Chiara Tortorelli: L’amore impossibile, un caleidoscopio di voci femminili

La presentazione a Napoli de “L’amore impossibile” di Chiara Tortorelli, ultima tessera di un ambizioso mosaico narrativo edito da Homo Scrivens, segna la conclusione di una trilogia che ha saputo intagliare un solco profondo nel panorama letterario contemporaneo.
Dopo “Lilith” (2021), un’esplorazione audace della figura mitologica come archetipo di femminilità ribelle, e “Eresia” (2023), un affresco potente dei traumi e delle resilienze femminili, Tortorelli approda, con questo romanzo, a un territorio tanto universale quanto complesso: l’amore.

Piuttosto che un’indagine lineare, “L’amore impossibile” si configura come un caleidoscopio di esperienze emotive, un viaggio sinestetico che attinge a differenti epoche e sensibilità.

Sette voci femminili, settemila sfumature di desiderio, sofferenza e redenzione si intrecciano, creando una rete di relazioni che trascende i confini temporali e geografici.
L’autrice non intende definire l’amore, ma piuttosto svelarne la natura poliedrica, la sua capacità di elevare e distruggere, di curare e ferire.

Barbara, una donna matura alle prese con l’incalzante scorrere del tempo e la scoperta di un’intensa amicizia platonica con un uomo più giovane, incarna la ricerca di un nuovo equilibrio emotivo.
Ingrid, adolescente tormentata, si confronta con le difficoltà di un amore non corrisposto, intrappolata in una spirale di insoddisfazione.

Mena, costretta a vivere un amore proibito in contrasto con le imposizioni materne, rappresenta la lotta per l’affermazione della propria identità.

Helena, assediata da una passione ossessiva, incarna il lato oscuro del desiderio.

Pia, giovane anticonformista ambientata in un Medioevo permeato da rigide convenzioni religiose, esplora i confini dell’eros, sfidando le norme sociali.
Accanto a queste, altre figure femminili, altre storie, altre sfumature di un sentimento che si manifesta in modi inaspettati.

L’opera è strutturata attorno a tre macro-sezioni, pensate come movimenti musicali, che riflettono l’intensità e la mutevolezza delle emozioni in gioco.

La narrazione non segue un ordine cronologico rigido; al contrario, i fili narrativi si avviluppano e si scontrano, creando un effetto di risonanza che amplifica il significato complessivo.
Più che un romanzo d’amore convenzionale, “L’amore impossibile” è un’esplorazione profonda della condizione umana, un invito a interrogarsi sulla natura del desiderio, sulla forza delle relazioni e sulla capacità di trasformazione insita nell’esperienza amorosa, anche quando questa si rivela dolorosa o irraggiungibile.

L’autrice, in un dialogo con i lettori, ha sottolineato come l’obiettivo non sia quello di offrire risposte definitive, bensì di stimolare la riflessione e di aprire nuove prospettive sulla complessità dell’amore, un sentimento che, in tutte le sue forme, continua a definire l’essenza stessa dell’esistenza.

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