Nel cuore di un’epoca segnata da conflitti, dolore e una diffusa perdita di fiducia, il teatro riafferma la sua vocazione primigenia: essere spazio di immaginazione, rifugio e – soprattutto – luogo di resistenza.
È con il debutto di “Chisciò e Panza”, opera di Rosalba Di Girolamo, che si manifesta questa rinnovata vitalità, un’iniziativa artistica che vede l’autrice anche protagonista insieme a Enzo Attanasio, in scena dal 13 al 16 novembre al Teatro Elicantropo di Napoli.
“Chisciò e Panza” non è una riproposizione fedele del Don Chisciotte di Cervantes, bensì una trasfigurazione radicale, una tragicommedia che fonde l’eco dei classici con la cruda realtà contemporanea, il linguaggio poetico con la cronaca pulsante.
Lo spettacolo si configura come un’esortazione alla ricerca individuale di un significato, di una “missione” che trascenda l’ordinario, un percorso che si rivela essenziale per la costruzione di un futuro pacifico.
È una narrazione intrisa di speranza e coraggio, dove il sogno si eleva a strumento politico, la presunta follia si configura come atto di liberazione.
I due protagonisti, figure itineranti e marginali, incarnano due facce di una stessa medaglia: due clown dell’esistenza, in un perpetuo scambio di ruoli, di voci, di emozioni.
Uno sostiene l’altro, colma le sue lacune, amplifica le sue paure, racconta ciò che l’altro non può esprimere.
Insieme, affrontano le disillusioni, la cruda verità, la paura ancestrale e la consapevolezza della mortalità, senza mai cedere alla rassegnazione.
La loro “dama”, Dulcidea, non è una figura femminile convenzionale, ma un ideale, una scintilla di bellezza e di speranza in un’epoca che sembra averne dimenticato il valore.
L’allestimento scenico, depurato da orpelli superflui, recupera oggetti e materiali emersi dalle macerie, trasformandoli in elementi costitutivi di un viaggio immaginario, sospeso tra le rovine di un passato doloroso e la promessa di una rinascita.
La regia, caratterizzata da una poetica essenzialità, attinge alla forza evocativa del teatro povero e alla leggerezza del clown, creando un connubio originale tra comicità e malinconia, visione e disincanto.
Per Rosalba Di Girolamo, “Chisciò e Panza” è una profonda riflessione sulla condizione umana e sul ruolo dell’artista, un’indagine sul valore dell’amicizia, dell’immaginazione e della speranza, illuminata dalla drammatica situazione in Palestina e dalle crescenti ombre che si profilano dal Nuovo Ordine Mondiale.
Lo spettacolo è un invito urgente a riscoprire il potenziale rivoluzionario del sogno, come baluardo contro le forze oscure che minacciano l’umanità.
La guerra in Palestina, le tensioni geopolitiche globali, le nuove dinamiche di potere e le forme di disumanizzazione si riversano nella scrittura come un’eco costante, un monito ineludibile.
“Chisciò e Panza” si trasforma così in una parabola sul nostro tempo presente, un appello a ritrovare il coraggio di sognare, l’ironia come strumento di difesa, la speranza come atto di rivoluzione.
Con questo spettacolo, Baba Yaga Teatro conferma il proprio impegno verso un teatro civile e visionario, capace di fondere la lingua del popolo con una riflessione acuta e incisiva sul presente.
Oltre ad essere un omaggio al capolavoro di Cervantes, “Chisciò e Panza” si configura come un atto d’amore verso l’essere umano, fragile e resiliente, che persisterà nel suo anelito al sogno anche quando l’abisso sembra inghiottirlo.
È un inno alla possibilità, un grido di speranza in un’epoca di tenebre.







