Il Teatro Sannazaro di Napoli si appresta ad accogliere, nell’ambito del Campania Teatro Festival, una rappresentazione che promette di essere un’immersione complessa e divertente nel cuore delle relazioni umane: “Confusioni” di Alan Ayckbourn, interpretato da un cast di talento guidato da Massimo e Angela De Matteo, affiancati da Luciano Giugliano, Stefania Remino e con la partecipazione di Ernesto Lama. La regia di Peppe Miale si appoggia a un’abile team creativo, con costumi di Chiara Aversano, scene di Marianna Antonelli e musiche eseguite al pianoforte da Mariano Bellopede, per dare corpo a questa affascinante commedia.“Confusioni” non è una semplice commedia, ma un mosaico di esperienze umane, un caleidoscopio di incontri fugaci e incomprensioni profonde. L’opera, scritta nel 1974, si rivela straordinariamente attuale, rivelando con arguzia e precisione le crepe e le incongruenze che permeano la comunicazione nel tessuto sociale contemporaneo. La sua forza risiede nella struttura originale: cinque atti unici, apparentemente indipendenti, che si intrecciano attraverso la riapparizione di personaggi ricorrenti, trascinando lo spettatore in un vortice di contesti e registri drammaturgici variabili, dall’assurdo al grottesco, dalla farsa al realismo più pungente.L’opera si configura come un’indagine spietata, ma al contempo affettuosa, sulla difficoltà di costruire ponti emotivi in un mondo sempre più frammentato. Ogni atto offre una prospettiva differente su un tema centrale: la progressiva erosione del dialogo e l’isolamento dell’individuo, intrappolato in una spirale di solitudine autoimposta.Il primo atto, “Figura materna”, dipinge il ritratto di una donna prigioniera delle proprie aspettative, incapace di percepire la maturità delle persone che la circondano, relegandole a un eterno stato infantile. “Al bar” cattura un momento di squallida euforia alcolica, con un uomo in trasferta che, in preda ai sensi, tenta un’improbabile seduzione. “Tra un boccone e l’altro” offre uno sguardo privilegiato, attraverso gli occhi di un cameriere silenzioso, su un’esplosione di rancori coniugali, un dramma privato che si sviluppa in un crescendo di disarticolazione e sovrapposizioni temporali. “La festa di Gosforth” è un quadro di una festa di campagna destinata al fallimento, un tentativo disperato di mantenere le apparenze che si frantuma in un caos inarrestabile. Infine, “Due chiacchiere al parco” presenta un gruppo di personaggi, ognuno immerso nel proprio monologo interiore, che vagano alla ricerca di un contatto significativo, ma che si ritrovano, inevitabilmente, soli.La peculiarità dell’opera risiede nella capacità di svelare la distanza profonda che separa gli individui, nonostante la prossimità fisica. Si tratta di una sordità emotiva, una barriera invisibile che impedisce la comprensione reciproca, condannando i personaggi a una solitudine esistenziale. “Confusioni” non offre risposte facili, ma stimola una riflessione profonda sulla condizione umana, invitando il pubblico a interrogarsi sul significato del dialogo e sulla possibilità di riconnettersi con gli altri in un mondo sempre più complesso e disorientante.
Confusioni: Un’immersione comica e profonda nelle relazioni umane.
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