venerdì 10 Ottobre 2025
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Elysian Fields: Dialogo tra Arte e Storia al Castel Nuovo

“Elysian Fields”: Un Dialogo Anacronistico tra Memoria e Prospettiva nel Castel Nuovo di NapoliIl Maschio Angioino, fulcro storico e architettonico di Napoli, si apre a un’esperienza artistica di respiro internazionale con “Elysian Fields”, una mostra site-specific realizzata dall’acclamato artista americano Jim Dine.

Inserita nel programma “Napoli contemporanea”, sostenuto dal Comune e curato da Vincenzo Trione, la mostra si configura come un ponte audace tra la ricca eredità del patrimonio storico napoletano e le sensibili indagini dell’arte contemporanea.
L’installazione, accessibile fino al febbraio 2026, non si limita a una mera esposizione di opere, ma crea un vero e proprio dialogo interdisciplinare.

Ventinove installazioni di Dine si integrano in un percorso museale rivisitato, interagendo con sette sculture rinascimentali precedentemente celate per motivi conservativi.

Questa giustapposizione di epoche e linguaggi artistici genera un’esperienza immersiva, stratificata, che invita il visitatore a confrontarsi con la natura ciclica del tempo e la persistenza della creatività umana.

Un’attenzione particolare è stata dedicata al restauro e alla valorizzazione di alcune opere museali, in un’ottica di rigenerazione e fruibilità.
Il cuore pulsante della mostra è la Cappella Palatina, un gioiello architettonico del Trecento.

Qui, ventitrè monumentali sculture raffiguranti teste ispirate all’antichità classica (le “Elysian Fields”) si dispiegano lungo la navata, creando un’atmosfera quasi onirica.

L’opera “The Gate where Venus sleeps”, una porta in bronzo e acciaio, segna il passaggio verso l’area absidale, offrendo una prospettiva inedita.

Dine, in una dichiarazione, ha descritto queste opere come “ritratti inventati e sognati, provenienti dalla storia e dal mondo antico, figure di amici perduti e frammenti di una vita passata nei boschi del Vermont”.

La scelta del gesso come materiale è stata dettata dalla sua consistenza tattile e dalla sua capacità di tradurre in forma plastica la sua visione interiore.
Il sindaco Gaetano Manfredi ha sottolineato l’originalità e la pertinenza della mostra per la città, evidenziando come essa incarni la profonda relazione tra arte contemporanea, storia e archeologia, elementi costitutivi dell’identità napoletana.
Una città che, con le sue venticinque secoli di storia, guarda al futuro con innovazione e una fervente apertura verso le nuove espressioni artistiche.
La Cappella Palatina ospita inoltre opere di Francesco Laurana e Domenico Gagini, maestri del Rinascimento, che, dopo un accurato restauro, sono state esposte su nuove basi progettate per armonizzarsi con l’ambiente espositivo.
Nella piccola Cappella delle Anime del Purgatorio si erge l’opera “Flowers”, un vaso/cratere che evoca immagini di rigenerazione e speranza.
L’area archeologica accoglie, invece, due copie di “Small bird with tool”, mentre la Sala Butto e la Sala dell’Armeria ospitano le sculture “Venus and Neptune” e “Big Lady on a Beaver’s stump”, aggiungendo ulteriori tasselli a questo mosaico artistico.
Vincenzo Trione ha sottolineato come l’intero progetto sia stato concepito appositamente per Napoli e per il Castel Nuovo, configurandosi come un percorso espositivo senza precedenti, capace di proiettare la città nel panorama internazionale dell’arte contemporanea.
La poetica di Dine, intrisa di malinconia e di una profonda connessione con la memoria, si accorda perfettamente con la visione di una Napoli che celebra il suo passato pur proiettata verso il futuro, un abbraccio tra le radici storiche e le aspirazioni innovative che ne definiscono l’anima.

La mostra è arricchita da un catalogo, curato dallo stesso Trione e pubblicato da Steidl, e da una fanzine con immagini inedite e testi che saranno distribuiti gratuitamente a partire da novembre, offrendo un approfondimento ulteriore su questa straordinaria esperienza artistica.

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