La recente polemica tra l’attore Elio Germano e il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha scatenato un dibattito che va ben oltre la semplice contrapposizione di voci nel panorama culturale italiano. Francesco Di Leva, interprete affermato e anima pulsante del NEST, Napoli Est Teatro, offre una prospettiva articolata, distanziandosi da interpretazioni superficiali e delineando un approccio costruttivo che trascende l’etichetta di “provocazione” e si radica in una profonda responsabilità sociale.Di Leva non considera Germano un semplice provocatore, ma piuttosto un veicolo per esprimere preoccupazioni legittime legate alla condizione lavorativa di molti artisti e professionisti del settore. Riconosce, inoltre, un potenziale positivo nel ruolo del Ministro e auspica un dialogo aperto e collaborativo per affrontare le sfide che affliggono il comparto cinematografico. L’attore napoletano si posiziona fermamente in una logica di “connessione” piuttosto che di “rottura”, sottolineando la necessità di un confronto sereno e produttivo.La presenza di figure come Germano e Favino, secondo Di Leva, rappresenta un elemento cruciale per stimolare la riflessione e sensibilizzare l’opinione pubblica. Questi artisti, animati da una coscienza civica, hanno il dovere di sollevare questioni rilevanti, anche attraverso modalità che possono apparire incisive. L’impegno di questi interpreti non deve essere visto come un atto di opposizione, bensì come un contributo fondamentale alla crescita e al miglioramento del sistema culturale.L’arte, per Di Leva, è intrinsecamente legata alla politica. La cultura non è un mero intrattenimento, ma uno strumento potente per influenzare l’opinione pubblica e promuovere il progresso sociale. Attraverso l’educazione e la crescita personale, si possono modificare le prospettive e migliorare la vita delle persone, al di là di qualsiasi agenda politica preconcetta. Questo è l’elemento centrale del discorso di Germano, un’affermazione che Di Leva appoggia con convinzione.L’impegno del NEST, Napoli Est Teatro, testimonia questa visione, proponendo iniziative che mirano a coinvolgere attivamente la comunità e a promuovere una cultura partecipata. L’artista, in quanto tale, ha un ruolo sociale da svolgere, un dovere di denuncia e di proposta. In un’epoca caratterizzata da incertezze e trasformazioni, è essenziale che tutti gli attori del settore, dai professionisti ai semplici appassionati, si sentano parte di un progetto comune e si impegnino a contribuire al suo successo. Il tavolo di confronto con il Ministro, a cui Di Leva e altri firmatari di un protocollo dedicato parteciperanno, rappresenta un passo importante in questa direzione, volto a rivedere e migliorare il sistema delle “tax credit” e a rilanciare l’intero comparto cinematografico. Si tratta di un’occasione imperdibile per costruire un futuro più equo e sostenibile per la cultura italiana.
Germano-Giuli: Di Leva chiede dialogo e responsabilità sociale.
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