domenica 19 Ottobre 2025
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Giovani e futuro: l’appello di Mannoia tra disillusione e speranza.

L’eco delle parole di Fiorella Mannoia, pronunciate a margine della ‘Giornata della Giustizia’ a Napoli, risuona come un atto di contrizione collettiva.

Un riconoscimento, profondo e doloroso, del fardello che stiamo consegnando alle nuove generazioni: un mondo complesso, segnato da ingiustizie palpabili e sfide esistenziali che superano di gran lunga le nostre.

La presenza massiccia di studenti all’evento non è solo un segnale di interesse istituzionale, ma un grido silenzioso di un’intera fascia d’età che si interroga sul futuro che le attende.
Dietro questa partecipazione, forse, si cela una disillusione, la percezione di una distanza tra gli ideali proclamati e la realtà vissuta.

La rinuncia alla partecipazione, il disinteresse apparente, potrebbero essere il frutto di un’amara consapevolezza delle disuguaglianze e delle iniquità che permeano la società.
Eppure, un barlume di speranza si intravede nelle loro azioni: le manifestazioni globali per Gaza, che hanno rivelato non solo una compassione per i palestinesi, ma un desiderio più ampio di far sentire la propria voce, di rivendicare un mondo più giusto e solidale.

Un appello esplicito: “Non mollate, proprio adesso.

“La riflessione si estende al tema cruciale della violenza di genere, un male endemico che affligge la società da tempo immemore.

L’esistenza di leggi adeguate si rivela insufficiente, poiché l’applicazione pratica è compromessa da un sistema che, troppo spesso, si focalizza sulla figura della vittima, piuttosto che sul carnefice.

Questa inversione di responsabilità perpetua un circolo vizioso di impunità e di silenzio.
La soluzione non risiede unicamente nell’emanazione di nuove normative, ma richiede un profondo cambiamento culturale, un’opera di sensibilizzazione che coinvolga l’intera comunità.
Un’educazione che parta dalle scuole, che promuova il rispetto, l’empatia e la consapevolezza dei propri comportamenti.

Bisogna decostruire stereotipi radicati, smantellare pregiudizi secolari e promuovere una cultura della parità e dell’inclusione.
Il tempo a disposizione è limitato, se paragonato alla vastità del problema.

Ma il cambiamento, seppur lento, è possibile.
La sfida è quella di trasformare la compassione in azione, la denuncia in cambiamento concreto.

E per farlo, è necessario ascoltare le voci dei giovani, accogliere le loro istanze, valorizzare il loro impegno.

Perché sono loro, le nuove generazioni, che dovranno raccogliere l’eredità di questo mondo imperfetto e costruire un futuro più giusto, equo e sostenibile.
L’atto di scusa di Mannoia non deve rimanere un semplice riconoscimento, ma un punto di partenza per un impegno collettivo, un investimento sul futuro.

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