martedì 7 Ottobre 2025
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Hippos: Un affresco napoletano tra cielo e quartiere Miano

Il progetto “Studio come Opera”, incarnato dall’artista Nicholas Tolosa, si arricchisce di un nuovo capitolo con l’inaugurazione di “Hippos”, terzo affresco monumentale adagiato sui tetti di Napoli.

Un’opera permanente di notevoli dimensioni (991x1075cm) che si eleva sul cuore del quartiere Miano, occupando l’intera superficie di una terrazza di un palazzo di otto piani.

“Hippos,” nome evocativo che richiama l’antico greco per “cavallo”, si configura come tassello di una trilogia di interventi pittorici realizzati *en plein air*, sotto la cattedra di cielo che protegge la città.
Tolosa concepisce questi tetti come inedite piattaforme di pensiero, luoghi sospesi, fulcro di un dialogo silenzioso ma potente.

Non si tratta semplicemente di decorare, ma di ridefinire la relazione tra l’arte dello studio dell’artista e il patrimonio museale della Campania, proiettando l’opera in una dimensione pubblica e inaspettata.

Questa scelta non è casuale.
L’atto di dipingere un tetto in un quartiere periferico come Miano trasmette un messaggio di inclusione, una generosità verso la comunità che lo abita e una profonda connessione con le molteplici identità culturali che compongono il tessuto urbano.
L’opera, pensata per essere fruita dall’alto, da una prospettiva privilegiata riservata di norma a pochi, si rivela come una sorpresa costante, un elemento inatteso che arricchisce il paesaggio urbano.
L’intervento di Tolosa va oltre la mera creazione di un’immagine.
Egli offre una nuova ottica, un invito a guardare al di là dell’orizzonte, a scoprire la bellezza nascosta nell’ordinario.

Con “Hippos”, l’artista stimola la meraviglia, emoziona, trasformando una terrazza abbandonata in uno strumento narrativo, un racconto visivo che libera un cavallo corse tra le tegole napoletane.
L’atto stesso di elevare l’arte in questo modo significa restituire alla creazione un ruolo pubblico, una presenza libera e inattesa.

Le opere di Tolosa non sono confinate in musei o gallerie, ma si integrano nel contesto urbano, dialogando con il cielo, con gli edifici circostanti, con il movimento della vita quotidiana, con gli occhi di chi osserva dall’alto, dai satelliti, dagli uccelli.

È un’affermazione di arte come elemento vivo, partecipante alla creazione di uno spazio urbano più ricco, più stimolante, capace di sorprendere e commuovere.
Si tratta di un gesto che sfida le convenzioni, che abbatte le barriere tra l’arte e la vita, che invita a una nuova, più ampia, consapevolezza del potenziale trasformativo della creatività.

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