Affrontare la malattia oncologica in adolescenza è un percorso arduo, spesso segnato da un senso di estraniamento e dalla paura di essere diversi.
La web serie “Ho preso un granchio”, nata dall’iniziativa del Progetto Giovani dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, offre uno sguardo intimo e vivido su questa esperienza, con una forza espressiva che va ben oltre il mero intrattenimento.
Il cuore pulsante del progetto risiede nella sua autenticità: 25 adolescenti e giovani adulti, tutti in cura oncologica, partecipano attivamente alla creazione dei 7 episodi, ideandoli, scrivendoli e interpretandoli.
Questa partecipazione attiva non è un semplice dettaglio formale, ma l’essenza stessa del successo della serie.
Permette ai giovani protagonisti di riappropriarsi della propria narrazione, sfidando stereotipi e pregiudizi, e offrendo al pubblico una prospettiva unica e profondamente umana.
“La normalità è ciò che desiderano di più”, afferma Edoardo, uno dei protagonisti, e questa frase racchiude il significato più profondo del progetto.
Non si tratta di negare la malattia, ma di conviverci, di mantenere un senso di appartenenza, di sentirsi parte del mondo nonostante le difficoltà.
L’ironia, la leggerezza e la capacità di ridere di sé stessi sono armi potenti per affrontare la sofferenza e per ricostruire un senso di identità.
La presenza di figure iconiche come Aldo, Giovanni e Giacomo, Gerry Scotti e Juliana Moreira, non è un mero espediente di marketing, ma una testimonianza del valore e dell’impatto emotivo della serie.
Giovanni, racconta il regista, non vedeva l’ora di tornare, sottolineando l’importanza di un ambiente accogliente e stimolante per i giovani pazienti.
Il Progetto Giovani dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, con il supporto di Mediafriends, Mondadori, Medusa e la Fondazione Bianca Garavaglia Ets, ha saputo creare uno spazio dove la creatività, la musica e i colori si fondono per creare un’oasi di speranza e di resilienza.
Come sottolinea il professor Andrea Ferrari, responsabile del Progetto Giovani, l’approccio terapeutico non può limitarsi alla cura del corpo, ma deve abbracciare la persona nella sua interezza, considerando i suoi sentimenti, le sue aspirazioni, il suo futuro.
Questa visione olistica, che mette al centro l’individuo e la sua esperienza, rappresenta una vera e propria rivoluzione nel campo dell’oncologia pediatrica e adolescenziale.
Il “piccolissimo e delizioso” Gregorio, con la sua innocente richiesta di sapere dove sia la Subaru Baracca, incarna perfettamente questa necessità di normalità e di connessione con il mondo esterno.
“Ho preso un granchio” non è solo una web serie, ma un atto di coraggio, di speranza e di profonda umanità.