Sulla scia di Campovolo, un’icona indimenticabile del panorama musicale italiano, Luciano Ligabue ha tracciato un nuovo capitolo della sua carriera a Caserta, una città intrisa di storia e bellezza.
Piazza Carlo di Borbone, con la sua Reggia che si erge imponente come un colosso di pietra, ha fatto da cornice a un concerto memorabile, un evento capace di incendiare l’animo di oltre trentaseimila persone.
L’artista di Correggio ha definito la serata “una bellezza totale”, un’affermazione che riflette non solo la magnificenza del luogo, ma anche la potenza emotiva che solo un concerto di questo calibro sa generare.
L’annuncio di un futuro concerto all’Olimpico di Roma, un regalo tangibile per i suoi fedeli sostenitori, ha sigillato un momento di celebrazione collettiva, chiudendo la seconda tappa di un tour che riprende le orme del celebre “concertone” di Campovolo, un’esperienza musicale che ha segnato un’epoca.
La serata, tuttavia, non si è limitata alla celebrazione di un traguardo artistico.
Ligabue ha trasformato il palco in una piattaforma per la consapevolezza, un faro che illumina le ombre che gravano sul nostro mondo.
Tra le note e le luci, si è levata una voce ferma contro le guerre, contro i numeri strazianti dei massacri globali, contro l’incombente minaccia dei cambiamenti climatici.
Un grido di allarme che interroga le leadership mondiali, stimolando una riflessione profonda sulla responsabilità di chi governa e sul futuro del pianeta.
L’atmosfera suggestiva è stata amplificata dall’imponente presenza di una Cadillac rossa, un’auto simbolo di un’epoca, trasformata in un palco mobile che ha attraversato la piazza, avvicinando l’artista al cuore del pubblico.
Il repertorio, un viaggio emozionante attraverso la carriera di Ligabue, ha spaziato dai primi successi, come “I ragazzi sono in giro”, a brani più recenti nati da collaborazioni artistiche significative, come “Il mio nome è mai più”, frutto del sodalizio con Piero Pelù e Jovanotti.
Immagini potenti, ritraenti figure femminili che hanno lasciato un segno indelebile nella storia, hanno accompagnato l’esecuzione di “Le donne lo sanno”, un omaggio sentito e commovente.
Il concerto, al di là della sua rilevanza artistica, ha rappresentato un momento di profonda riflessione collettiva, un’occasione per confrontarsi con le sfide che affliggono il mondo.
L’impegno sociale di Ligabue, un tratto distintivo della sua carriera, si è manifestato attraverso proiezioni di dati allarmanti relativi al clima, a eventi estremi e alla vulnerabilità del territorio italiano.
Un monito, un appello all’azione che ha coinvolto emotivamente il pubblico, rendendo la serata ancora più intensa e significativa.
Il concerto si è concluso con l’esplosione di energia di classici come “Balliamo sul Mondo”, “Lambrusco e popcorn”, “Bambolina” e “Barracuda”, per poi culminare con l’inno generazionale “Urlando contro il cielo” e, naturalmente, “Certe Notti”, un brano che ha segnato un’epoca e che ha continuato a emozionare intere generazioni.
La serata si è conclusa con un epilogo impeccabile: l’ordinato e fluente deflusso del pubblico, testimonianza di un’organizzazione perfetta e di un evento che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della città di Caserta.
Una serata che non è stata solo un concerto, ma un’esperienza collettiva, un momento di condivisione, di consapevolezza e di celebrazione della musica come linguaggio universale capace di unire le persone e di illuminare il cammino verso un futuro più giusto e sostenibile.
Caserta è entrata a far parte di questa storia, consolidando il suo posto nell’immaginario collettivo della musica italiana.