“Madri: Echi di Terra e Mito”, la mostra di Gennaro Vallifuoco inaugurata al Caracciolo Palazzo Naples, si configura come un’immersione contemplativa nel cuore pulsante della maternità universale, declinata attraverso una potente simbologia mitologica e un’estetica ricercata. L’artista, docente di Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli, presenta una selezione di circa sessanta opere realizzate dal 2018 ad oggi, un percorso visivo che mescola tele, tavole, sculture in maiolica, legno e plexiglas, materiali che dialogano tra loro per evocare la forza primordiale della “Grande Madre”.La mostra non si limita a celebrare la figura materna in senso biologico, ma ne esplora la dimensione archetipica, richiamando le figure di Mater Matuta e della Dea Mefite, divinità venerate in epoche remote per il loro ruolo di generatrici della vita e custodi della fertilità terrena. Questo omaggio non è un mero esercizio di recupero storico-religioso, bensì un invito a riscoprire un legame perduto, un rapporto di profonda connessione con la natura, con la terra che ci nutre e ci sostiene.Vallifuoco, con la sua ricerca artistica, sembra voler riaccendere una scintilla, risvegliare una coscienza collettiva sopita, offrendo una riflessione profonda sulla crisi ambientale che affligge il nostro pianeta e sulla sofferenza umana, spesso alimentata da conflitti e violenze. L’opera dell’artista si erge a monito, a esortazione alla responsabilità, a invito a un cambiamento di paradigma.La mostra, promossa da Caracciolo Palazzo Naples in collaborazione con Cosmoart di Benevento e con il sostegno dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, in partnership con Baccaro Art Gallery, non è solo un evento culturale, ma un’esperienza emotiva e intellettuale che invita a una riflessione urgente e necessaria.Gennaro Vallifuoco, 57 anni, figura poliedrica che unisce l’attività artistica a quella didattica, vanta un curriculum ricco di esperienze. La sua carriera di illustratore lo ha visto collaborare con il maestro Roberto De Simone, per il quale ha realizzato illustrazioni per pubblicazioni come “Fiabe Campane”, “Lo Cunto de Li Cunti” e “La Canzone Napolitana” (Einaudi), e ha curato scenografie teatrali, tra cui quella per l’opera lirica “Il Re Bello” al Teatro La Pergola di Firenze. Più recentemente, nel 2021 ha firmato la scenografia dello spettacolo “Trianon Opera”. Le sue mostre personali, con i cicli pittorici “Mefitis” e “Matres Matutae” presentati sotto la curatela di Augusto Ozzella e Generoso Bruno, testimoniano un profondo interesse per la riscoperta del mito e delle radici culturali del Mediterraneo, terreno fertile per la sua immaginazione e per la sua ricerca estetica, volta a indagare la complessa relazione tra uomo, natura e spiritualità.
Madri: Mito, Terra e Arte a Napoli.
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