Napoli: la rinascita di una memoria commerciale tra Otto e Novecento

Napoli, crocevia di ingegno e tradizione: la rinascita di una memoria commercialePalazzo Ricca, sede della Fondazione Banco di Napoli, si appresta a celebrare un’importante pietra miliare nella ricostruzione del tessuto storico-commerciale della città.

Lunedì 15 dicembre, alle ore 17, si terrà la presentazione del volume “Intorno ai grandi magazzini.

Protagonisti, commercio della moda e sociabilità a Napoli tra Otto e Novecento”, un’opera che raccoglie gli atti del convegno del 4 aprile 2024, curata dalla storica dell’arte Bianca Stranieri e pubblicata da Editoriale Scientifica, arricchita dalle suggestive immagini di Federica Gioffredi.
L’iniziativa, sostenuta dalla Fondazione Banco di Napoli, con il contributo di Orazio Abbamonte (presidente) e Ciro Castaldo (direttore generale), e dalla Fondazione Museo Archivio Storico Banco di Napoli, presieduta da Marcello D’Aponte, rappresenta un atto di riscatto per una storia troppo spesso relegata ai margini della narrazione napoletana.

La presenza di figure di spicco come Gabriele Capone (Soprintendente Archivistico e Bibliografico della Campania), Fabio Mangone (ordinario di Storia dell’architettura all’Università Federico II e direttore del museo Correale) e Isabella Valente (associata di Storia contemporanea nella Federico II) testimonia la rilevanza accademica e culturale dell’opera.
La serata culminerà con la proiezione del docufilm “La Napoli scintillante dei Fratelli Mele”, realizzato dalla Fondazione Emiddio Mele.

Il volume e la mostra omonima hanno suscitato un rinnovato interesse scientifico, ben al di là della loro iniziale collocazione temporale.

L’esposizione, un vero e proprio scrigno di materiali visivi e documentali, frutto di meticolose ricerche d’archivio, ha offerto nuove e stimolanti prospettive sulla modernizzazione urbana, rivelando la complessa rete di botteghe sartoriali che ruotava attorno ai grandi magazzini, e la straordinaria fioritura di espressioni artistiche e di innovazione nel campo dell’architettura, delle arti applicate, della grafica e della moda, che hanno contribuito a definire nuovi linguaggi e consumi.
La produzione e commercializzazione di tessuti pregiati, in particolare sete, e l’attività sartoriale, sottolinea la Stranieri, hanno sempre rappresentato un pilastro fondamentale dell’economia napoletana, fin dall’epoca aragonese.

La tradizione tessile, legata a un know-how artigianale tramandato di generazione in generazione, si è integrata con l’emergere dei grandi magazzini Belle Époque, dando vita a un ecosistema commerciale unico.
Un’iniziativa come questa non è solo una rievocazione del passato, ma un invito a riscoprire l’ingegno e la determinazione di imprenditori che, pur operando in un contesto spesso ostile, hanno saputo competere con le principali capitali europee, senza rinunciare alla propria identità.
Il recupero dell’Archivio dei grandi magazzini Mele, dichiarato di interesse culturale dalla Soprintendenza, continua a rivelare dettagli sorprendenti sulla dinamica sociale, economica e culturale di un’epoca cruciale per la città.

L’impegno della Fondazione Banco di Napoli, custode e valorizzatrice della memoria storica e identitaria della città e del territorio, si configura come un punto di riferimento per la ricerca e la divulgazione di queste storie dimenticate.

Come evidenzia Abbamonte, la ricerca alla base della mostra sui grandi magazzini documenta una straordinaria iniziativa imprenditoriale napoletana che conferma l’attività costante e dinamica di operatori eccezionali anche in età moderna.

Napoli è ricca di queste realtà imprenditoriali, e si preannunciano ulteriori pubblicazioni che ne illustreranno le storie.
Come sottolinea Mangone, il commercio qualificato, soprattutto quello legato alla moda, ha storicamente contribuito a qualificare la città, e studiarlo in profondità significa trasmettere luoghi e storie alle future generazioni.

L’eredità di questi pionieri del commercio rappresenta una fonte inesauribile di ispirazione per il futuro di Napoli, una città che continua a reinventarsi, guardando al passato per costruire un domani più prospero e ricco di identità.

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