Il 5 luglio a Napoli, la città vibra di un’urgenza che va oltre la celebrazione: è un appuntamento con la resistenza. Gaia, figura artistica di spicco, affida ai suoi canali sociali un messaggio potente, un invito a partecipare al Napoli Pride non come evento folkloristico, ma come atto politico primario. Non si tratta di un gesto simbolico, bensì di una risposta concreta all’ondata di intolleranza e disumanizzazione che permea il nostro tempo.La sua scelta di camminare tra la folla, piuttosto che posizionarsi su un carro, è significativa. Gaia rifiuta la distanza che separa il palcoscenico dalla strada, scegliendo di immergersi nella forza motrice che emana dal basso, dalla comunità che ogni giorno combatte per la propria esistenza, esponendosi a discriminazioni e violenze. Il Pride, in questa ottica, si configura come uno spazio di convergenza, un crogiolo di rabbia, amore, memoria e speranza, un megafono per chi non ha voce, un faro per chi sogna un futuro di giustizia e uguaglianza, anche quando il mondo sembra chiudere gli occhi.L’artista non usa eufemismi: siamo in un’epoca storica particolarmente insidiosa. I diritti fondamentali vengono erosi, le identità negate, la verità manipolata e distorta. La narrazione dominante, spesso silente e complice, non riesce a soffocare le urla provenienti da zone di conflitto, come il genocidio in corso a Gaza, un monito costante della nostra fragilità collettiva. In questo scenario desolante, la presenza fisica, la voce, la posizione diventano strumenti imprescindibili di resistenza.Il Napoli Pride non è una mera celebrazione, ma un atto di liberazione, un grido corale che rompe il silenzio, una presa di posizione netta e inequivocabile. È un esercizio di cittadinanza attiva, un’affermazione della dignità umana, un rifiuto della passività. Un’occasione per ricordare che la solidarietà e la giustizia non sono beni acquisiti, ma conquiste da difendere quotidianamente.Gaia non partecipa per visibilità o consenso, ma per coerenza e responsabilità. Si schiera al fianco di chi lotta, di chi non si arrende, di chi crede che un mondo migliore sia ancora possibile. Perché è proprio ora, in questo momento di crisi profonda, che serve farsi vedere, sentire, essere presenti. È nei luoghi delle contraddizioni più acute, dove le ingiustizie si manifestano con maggiore veemenza, che la nostra voce deve risuonare più forte, costringendo il sistema a confrontarsi con le sue crepe e le sue debolezze. Il 5 luglio non è una data qualsiasi, ma un appuntamento con la speranza, un tassello fondamentale nella costruzione di un futuro più giusto e inclusivo.
Napoli Pride: Gaia sceglie la strada, un atto di resistenza.
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