domenica 21 Settembre 2025
26.6 C
Napoli

Neurodivergenze: quando sentirsi stranieri chiede nuove terapie

L’esperienza dell’estraneità: un’analisi delle neurodivergenze e l’evoluzione della terapia cognitivo-comportamentaleL’immagine di un individuo che vive come uno straniero, anche nel proprio ambiente familiare, offre una metafora potente per comprendere l’esperienza di coloro che rientrano nello spettro autistico ad alto funzionamento.
Antonio D’Ambrosio, psichiatra e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, introduce questo concetto, sfatando la vecchia etichetta di “disturbo di Asperger” e abbracciando una visione più sfumata e dimensionalmente accurata.
Questa evoluzione concettuale è al centro della traduzione e cura italiana del libro di Valerie L.
Gaus, un’opera che getta luce sulla complessità delle neurodivergenze e sull’adattamento delle terapie per rispondere adeguatamente ai loro bisogni.
La transizione dalla categorizzazione binaria (disturbo presente/assente) a un modello continuo di intensità e gravità rappresenta un progresso cruciale.
Questa prospettiva non solo migliora la precisione diagnostica e la pianificazione del trattamento, ma contribuisce anche a ridurre lo stigma associato all’autismo.
L’accoglienza di tratti autistici all’interno della variabilità neurotipica sottolinea come queste caratteristiche, lungi dall’essere patologie, siano espressioni diverse del funzionamento cognitivo umano.
La ricerca di strategie terapeutiche innovative si riflette nell’integrazione delle “terze ondate” della terapia cognitivo-comportamentale (CBT), come la Mindfulness-Based Cognitive Therapy (MBCT), l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) e la Dialectical Behavior Therapy (DBT).
Questi approcci ampliano l’orizzonte della CBT tradizionale, enfatizzando la consapevolezza, l’accettazione e la relazione con i propri stati mentali ed emotivi.

L’efficacia di queste tecniche, supportata da solide basi scientifiche, si estende al trattamento di disturbi cronici come ansia, depressione e disturbi di personalità, offrendo percorsi di regolazione emotiva e riduzione della sofferenza psicologica.
L’esperienza di sentirsi “stranieri” è spesso condivisa da figure di spicco come Bill Gates ed Elon Musk, individui dotati di menti eccezionali che navigano in un mondo governato da convenzioni sociali spesso incomprensibili.
Il bisogno di apprendere un linguaggio comunicativo diverso, adattato alle norme dei neurotipici, diventa una sfida costante.
L’asset cognitivo che permette una focalizzazione intensa su dettagli specifici e un interesse approfondito per argomenti ristretti, sebbene un punto di forza, può generare difficoltà nell’interazione sociale e nella comprensione delle dinamiche relazionali.

Nonostante queste difficoltà, le persone nello spettro autistico ad alto funzionamento sono vulnerabili alle stesse patologie mentali che affliggono la popolazione generale.
La necessità di protocolli terapeutici personalizzati e validati scientificamente diventa quindi imprescindibile.

Il volume in questione non solo esplora queste problematiche, ma denuncia anche i limiti di un sistema sanitario che fatica a intercettare i bisogni di salute degli adulti neurodivergenti.

La “scomparsa” delle diagnosi di autismo dopo i 18 anni e la conseguente sospensione dei servizi psichiatrici rappresentano un vuoto assistenziale che grava eccessivamente sulle famiglie.

Questa situazione evidenzia una carenza strutturale che compromette il benessere e l’integrazione sociale di queste persone.
L’obiettivo finale del libro è quello di restituire a questi “stranieri” uno spazio di azione e riconoscimento sociale, proporzionato alle loro capacità e potenzialità, troppo spesso inespresso e sottovalutato.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -