Un velo di malinconia, assente di stridore e polemiche strumentali, ha permeato una delle due serate dedicate dal cantautore napoletano Nino D’Angelo al pubblico partenopeo.
Dal cuore del palco, D’Angelo ha condiviso un aneddoto inedito, un retroscena legato al tributo a Pino Daniele, in programma per il 18 settembre.
“Prossimamente si celebrerà la memoria del mio amico Pino, un evento di portata significativa,” ha esordito D’Angelo, la voce intrisa di un sentimento complesso.
“Ricevo innumerevoli messaggi, sollecitazioni, domande sul mio ruolo in questa celebrazione.
Desidero condividere con voi un fatto che mi ha lasciato un’amarezza sottile: non sono stato invitato a partecipare.
“La confessione, apparentemente semplice, rivela dinamiche complesse e delicate nel panorama musicale napoletano.
Non si tratta di un rifiuto lamentato con rabbia, bensì di una constatazione, una sorta di ferita mai rimarginata.
L’assenza, in un evento dedicato a un amico e collega stimato, suggerisce una rottura, una distanza che, pur non esplicitata, si percepisce con chiarezza.
Per onorare la figura di Pino Daniele, D’Angelo ha deciso di dedicargli un omaggio sentito e spontaneo.
“Voglio rendere omaggio al grande Pino, che nel 2008 mi concesse l’onore di salire sul suo palco e cantare al suo fianco.
Voglio che questa piazza si riempia di emozioni, per te, Pino.
Sei immenso.
“La performance, seguita da un caloroso applauso del pubblico, ha visto D’Angelo interpretare “Napule”, un brano emblematico dell’estro artistico di Daniele, simbolo di un’identità culturale profonda e radicata nel territorio.
L’esecuzione, carica di significato, ha rappresentato un momento di riconciliazione emotiva, un tentativo di superare la distanza e celebrare il legame artistico che li ha uniti.
Successivamente, D’Angelo ha scelto di non approfondire la questione sui suoi canali social, preferendo lasciar parlare il gesto, l’emozione, la musica.
Un silenzio eloquente, che forse valeva più di mille parole, suggerendo una riflessione più ampia sul valore dell’amicizia, del riconoscimento, e sulla fragilità che spesso accompagna il successo artistico.
L’episodio solleva interrogativi sul rapporto tra colleghi, sulla gestione della fama e sull’importanza di preservare la dignità e il rispetto, anche quando le relazioni si fanno più complicate.
La musica, in questo contesto, si erge a ponte, a lingua franca capace di esprimere sentimenti altrimenti inesprimibili.