L’ottava edizione di “Pompeii Theatrum Mundi”, la rassegna estiva del Teatro di Napoli-Teatro Nazionale, si apre con una provocazione artistica e politica: *Golem*, dello stimato regista israeliano Amos Gitai. La scelta di Gitai, figura complessa e spesso censurata nel suo paese per le sue posizioni critiche nei confronti del conflitto israelo-palestinese, rappresenta un atto di coraggio e un invito al dialogo in un contesto storico delicato. L’artista, che in passato ha realizzato a Napoli il documentario *Nel nome del duce*, testimonianza acuta e controversa sulla campagna elettorale di Alessandra Mussolini, e ha curato la direzione musicale dell’Otello rossiniano, torna a confrontarsi con il pubblico napoletano, questa volta attraverso un’opera che attinge profondamente alle radici della memoria ebraica.*Golem* non è solo uno spettacolo teatrale, ma un’immersione in un mito antico, reinterpretato alla luce delle sfide contemporanee. La figura del Golem, creatura di argilla nata dalla cabala per proteggere gli ebrei dalle persecuzioni, diviene metafora potente del rapporto conflittuale tra creazione e distruzione, progresso e disastro, identità e alterità. Gitai, attingendo a fonti diverse come il racconto per bambini di Isaac Bashevis Singer, le opere di Joseph Roth, Léon Poliakov e Lamed Shapiro, e alle biografie di artisti, costruisce un’opera poliedrica che esplora il destino delle minoranze e la fragilità dell’esistenza umana. L’utilizzo dello yiddish, lingua resiliente e marginale per definizione, amplifica il significato allegorico della creazione del Golem: una lingua senza patria, senza sostegno governativo, quasi priva di termini militari, capace di insinuarsi silenziosamente tra le forze distruttive.Lo spettacolo, un caleidoscopio di lingue – tedesco, inglese, araba, spagnola, francese, ebraico, russo, yiddish – e di culture, viene sottotitolato in italiano per facilitare la comprensione e favorire l’accesso a un pubblico ampio. Sul palcoscenico si dispiega un vero e proprio arazzo sensoriale, tessuto con storie personali e testimonianze dirette, interpretato da una compagnia internazionale di attori e musicisti che incarnano la ricchezza e la complessità del mondo contemporaneo. L’opera invita a riflettere sulla responsabilità dell’uomo di fronte alle proprie creazioni e sulla necessità di costruire ponti di comprensione tra culture diverse.La programmazione di “Pompeii Theatrum Mundi” prosegue con un ricco cartellone: il 4 e 5 luglio, *Notte Morricone* con la regia e la coreografia di Marcos Morau; l’11, 12 e 13 luglio, *Elettra* di Sofocle, curata da Roberto Andò; e, infine, dal 18 al 20 luglio, *Lisistrata* di Aristofane, con la regia di Serena Sinigaglia, offrendo al pubblico un percorso teatrale che spazia dall’antichità ai giorni nostri, dalla riflessione storica all’azione politica, dalla tragicità esistenziale alla speranza di un futuro migliore. Il ciclo di spettacoli si propone come un omaggio alla potenza del teatro come strumento di conoscenza e di trasformazione sociale.
Pompeii Theatrum Mundi apre con *Golem*: un atto di coraggio e dialogo.
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