Nel cuore pulsante della Sanità, a Napoli, si sta compiendo un’operazione di riscoperta e valorizzazione di inestimabile importanza, un intreccio fecondo tra la storia della sanità e il patrimonio artistico, troppo a lungo celato e dimenticato. Non si tratta semplicemente di un restauro di opere d’arte, ma di una vera e propria rinascita di un complesso monumentale, la Basilica di San Gennaro Fuori le Mura, custode di un tesoro di dipinti, sculture lignee, arredi sacri e reliquari, che riemergono ora dal buio di decenni di oblio.L’iniziativa, guidata dal direttore dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, in collaborazione con il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, mira a restituire alla collettività un patrimonio che ne è stato storicamente priva, soprattutto per le nuove generazioni. Il complesso, noto al pubblico per la celebre farmacia e la chiesa di Santa Maria del Popolo, cela in realtà un nucleo artistico di eccezionale valore, quantificato in quasi 4000 opere.Tra i manufatti recuperati spiccano un Crocifisso del Seicento, la scultura di San Bartolomeo, l’immagine di Santa Francesca delle Cinque Piaghe e il maestoso dipinto dell’Assunzione di Maria in cielo, opera attribuita al “Malinconico”, pittore attivo tra il XV e il XVI secolo. Di particolare rilevanza è anche l’avvio del restauro di un’opera di Francesco Bugiardini, artista fiorentino, contemporaneo e amico di Michelangelo e Leonardo da Vinci, testimonianza tangibile del fervore artistico del Rinascimento italiano.Verdoliva ha enfatizzato il fondamentale supporto economico e politico del Presidente De Luca, sottolineando come l’impegno dell’Asl Napoli 1 in questa operazione rappresenti un dovere morale e legale, data la natura dei beni come proprietà dell’azienda sanitaria. La sua dichiarazione sottolinea una prospettiva innovativa: i “malati” da curare non sono solo gli esseri umani, ma anche le opere d’arte che necessitano di attenzioni e restauri.L’iniziativa non si limita alla mera conservazione fisica delle opere. L’approccio adottato è scientifico e multidisciplinare, che integra le moderne tecnologie diagnostiche con le competenze di restauratori internazionali. Tecnici altamente specializzati hanno impiegato tecniche avanzate, come la TAC (tomografia assiale computerizzata), l’analisi stratigrafica e la radiografia a raggi ultravioletti, per studiare a fondo la composizione e le tecniche impiegate dagli artisti. Questi esami non invasivi permettono di rivelare i disegni preparatori a carboncino, le modifiche apportate nel corso del tempo e le caratteristiche dei pigmenti utilizzati, offrendo una visione più completa e accurata del processo creativo.La sinergia tra sanità e arte, un legame intrinseco alla storia napoletana, si manifesta oggi in questa operazione di recupero, dove le tecnologie mediche vengono applicate per comprendere e preservare il patrimonio artistico. Questo approccio innovativo non solo garantisce la conservazione delle opere nel tempo, ma stimola anche la ricerca e la divulgazione, aprendo nuove prospettive di studio e apprezzamento del patrimonio culturale napoletano. L’entusiasmo di Verdoliva, ingegnere che si è appassionato all’arte durante questa esperienza, testimonia la potenza di unire competenze diverse per un fine comune: la valorizzazione del nostro inestimabile patrimonio culturale.
Rinascita a Napoli: Sanità e Arte si Uniscono per un Tesoro Nascosto
Pubblicato il
