Una nuova era per lo studio del mondo romano si apre grazie a un’iniziativa di portata rivoluzionaria promossa da Ancient Rome Live, dall’American Institute for Roman Culture e sostenuta dalla Musk Foundation di Elon Musk.
L’obiettivo ambizioso è quello di reimmaginare, letteralmente riscrivere, i libri di storia attraverso un’analisi radicalmente innovativa dei reperti archeologici, sfruttando le potenzialità dell’intelligenza artificiale per colmare lacune e superare interpretazioni consolidate.
L’investimento di un milione di dollari, destinato alla tutela e alla digitalizzazione del patrimonio archeologico, rappresenta un segnale forte dell’interesse di Musk per la storia, in particolare per la comprensione delle dinamiche che hanno plasmato la civiltà occidentale.
Il miliardario, in un collegamento video, ha espresso la sua fascinazione per l’ascesa e la caduta delle civiltà, sottolineando come l’applicazione dell’IA nell’archeologia offra la possibilità di creare una narrazione storica più accurata, fondata unicamente su prove materiali e scoperte sul campo.
Il progetto, presentato ufficialmente a Roma, ha visto premiati undici iniziative di ricerca dislocate in diversi paesi del Mediterraneo, testimonianza del vasto e complesso reticolo di influenze che hanno caratterizzato l’eredità romano-greca.
Tra i progetti selezionati, spiccano indagini subacquee a Ripa Puteolana, nel Golfo di Napoli, che promettono di svelare dettagli inediti sulla vita marittima e commerciale dell’epoca, e un’analisi innovativa dei pigmenti pompeiani, volta a ricostruire la palette cromatica originale delle case e degli affreschi, spesso alterata dal tempo.
Un altro progetto si concentrerà sull’eredità tessile dell’Impero Romano, un settore spesso marginalizzato nella storiografia tradizionale, mentre la scannerizzazione ad alta definizione della colonna di Marco Aurelio mira a preservare la sua iconografia e a facilitarne lo studio.
Particolarmente interessante è l’indagine sui sistemi idraulici del teatro romano di Aquinum, che potrebbe fornire indizi preziosi sulla gestione delle risorse idriche e sulle tecnologie costruttive dell’epoca.
L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di revisione delle interpretazioni storiche, come esemplificato dal caso delle piramidi egizie.
Per secoli si è creduto che queste monumentali strutture fossero state erette attraverso il lavoro forzato di schiavi, una visione oggi confutata da nuove evidenze archeologiche che indicano un coinvolgimento preponderante di lavoratori agricoli durante i periodi di inattività dei campi, e rivelano una funzione prevalentemente religiosa, simile a quella delle cattedrali medievali.
Oltre ai progetti italiani, l’iniziativa di Musk ha finanziato iniziative in Libia (conservazione di Cirene), Giordania (documentazione dell’eredità greco-romana), Marocco (promozione dell’archeologia romana), Macedonia del Nord (conservazione del Palazzo di Teodosio di Stobi), Tunisia (ricerca e restauro della città romana di Numluli) e Albania (conservazione dei monumenti religiosi nel sito UNESCO di Butrinto).
Questa distribuzione geografica evidenzia la pervasività dell’influenza romana e la necessità di un approccio multidisciplinare e internazionale per la comprensione del suo impatto duraturo.








