La Genesi di un’Anima Ribelle: Rosa Ricci, Oltre lo SchermoMaria Esposito, volto simbolo della serie televisiva *Mare Fuori*, descrive un incontro umano e artistico che ha profondamente segnato il suo percorso.
Un’esperienza che le ha offerto l’opportunità di esplorare nuovi orizzonti interpretativi e di entrare in contatto con un pubblico vasto e appassionato.
L’occasione per questo cambiamento si concretizza nel lungometraggio *Io sono Rosa Ricci*, diretto da Lyda Patitucci, un prequel che illumina le origini di un personaggio complesso e affascinante.
Il film, prodotto da Picomedia in collaborazione con Rai Cinema e Netflix, non mira a replicare ciò che il pubblico già conosce e ama di Rosa Ricci, ma a sondare le radici del suo animo tormentato.
“Cosa ha plasmato questa ragazzina per farla apparire così determinata e quasi indifferente nel contesto della serie?”, si è posta la regista, e il film offre una risposta potente e commovente.
La storia ci trasporta nella Napoli del 2020, quando Rosa Ricci ha quindici anni.
Un affare cruciale tra il padre, Salvatore Ricci (interpretato da Raiz), e il trafficante Augustin Torres (Jorge Perugorría) precipita in una crisi inaspettata: Rosa viene rapita e portata in un luogo remoto, un’isola isolata, come garanzia per il ripagamento di un debito.
La sua reazione iniziale è segnata dalla disperazione, ma presto la ragazza inizia a elaborare strategie per evadere dalla sua prigionia, manipolando i suoi carcerieri: l’ambizioso Gabriel (Juan Daniel Straube) e il più empatico Victor (Andrea Arcangeli), con quest’ultimo legato a Rosa da un’inattesa affinità.
Esposito sottolinea il profondo lavoro di collaborazione con la regista Patitucci per decostruire il personaggio già formato dalla serie.
“Era un’entità complessa, già definita da anni di narrazione, quindi abbiamo dovuto fare uno sforzo notevole per tornare alle sue origini, per spogliarne le armature.
” L’attrice rivela che interpretare un personaggio preesistente è più arduo che crearne uno nuovo, perché richiede una profonda comprensione del suo passato e una capacità di reinterpretare le sue motivazioni.
Nel film, emerge una Rosa Ricci più umana, vulnerabile e profondamente segnata dalle circostanze.
Il pubblico può finalmente comprendere le radici della sua rabbia, un’emozione eccessiva per una ragazza della sua età, e scoprire la vera essenza di una personalità complessa.
Esposito riflette anche sulle sfide di una carriera lanciata da un successo mediatico così ampio.
L’attrice ammette di vivere a ondate, alternando momenti di serenità a periodi di stress intenso, sentendo un forte senso di responsabilità nei confronti della sua generazione.
La consapevolezza di essere un esempio, seppur con le sue fragilità e i suoi errori, la spaventa profondamente.
A volte, percepisce di aver corso troppo, ma resta grata per l’opportunità di interpretare un personaggio così significativo e per tutto ciò che le ha donato.
Paolo Del Brocco, Ad di Rai Cinema, sottolinea come la produzione di un lungometraggio derivato da una serie televisiva sia un modello già sperimentato con successo negli Stati Uniti, ma ancora raro in Italia.
Il passaggio tra i due linguaggi narrativi presenta delle difficoltà intrinseche, ma la storia di *Mare Fuori* si presta particolarmente bene a un’amplificazione cinematografica.
L’opportunità di ripercorrere questa strada, in futuro, non sarebbe esclusa.
Il film *Io sono Rosa Ricci* si configura quindi non solo come un prequel, ma come un’esplorazione più profonda di un’anima ribelle, un viaggio nelle sue origini e un’occasione per comprendere la complessità di una giovane donna segnata dal destino.








