Ferdinando Sanfelice: un’eco fotografica tra invenzione e devozioneLa mostra “Ardite Invenzioni”, a cura di Bianca Stranieri, offre un’inedita prospettiva sull’opera dell’architetto Ferdinando Sanfelice attraverso gli occhi della fotografa Federica Gioffredi. Allestita nella suggestiva cornice della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Napoli, la mostra celebra il trecentocinquantesimo anniversario dalla nascita di Sanfelice, figura chiave dell’architettura napoletana del Settecento, un periodo florido sotto il governo austriaco (1704-1734), caratterizzato da una fioritura edilizia di notevole inventiva.Gioffredi, con la sua fotografia in bianco e nero, non si limita a documentare, ma interpreta l’eredità sanfeliciana, catturando l’essenza di un artista capace di rivoluzionare il tessuto urbano partenopeo. In un’epoca in cui la magnificenza architettonica era indicatore di prestigio e potere, Sanfelice si distinse per la sua capacità di coniugare innovazione formale e profonda sensibilità estetica. Le sue “ardite invenzioni” trascendono la semplice costruzione di edifici, diventando un linguaggio architettonico capace di esprimere una visione originale e dinamica dello spazio.La mostra rivela la maestria di Sanfelice attraverso immagini che esaltano la sua abilità nel manipolare la luce e la trasparenza, elementi chiave del suo stile. Palazzi, scale aeree, sculture monumentali e dettagli architettonici dialogano tra loro, offrendo al visitatore una lettura complessa e affascinante del suo operato. L’immagine di Palazzo Pignatelli di Monteleone, con le sue colonne adornate da mascheroni apotropaici, ne è un esempio eloquente.L’inconfondibile stile “sanfeliciano” si manifesta pienamente nel Palazzo Sanfelice, dove le pareti traforate creano una connessione inaspettata con gli spazi esterni, un’osmosi che dissolve i confini tra interno ed esterno. Questo approccio innovativo non solo trasforma l’edificio, ma ridefinisce il modo in cui l’architettura interagisce con l’ambiente circostante. L’uso di forme geometriche elementari, inserite in un contesto vibrante e dinamico, riflette la poetica della scalinata di Palazzo Cassano Ayerbo D’Aragona, un’altra gemma del suo genio.Il legame profondo di Sanfelice con Mondragone, dove lasciò un’impronta significativa attraverso la progettazione degli altari della chiesa di Santa Maria delle Grazie, si rivela anche attraverso la sua relazione affettiva con la famiglia. La mostra sottolinea il ruolo di sua sorella Anna, badessa del Ritiro Mondragone, e di suo fratello Antonio, vescovo di Nardò, i committenti dei suoi lavori. La presenza eccezionale dell’apparato liturgico restaurato, con i suoi raffinati ricami in seta, testimonia il suo impegno e la sua dedizione nei confronti di chi gli commissionò le opere, celebrando un rapporto umano e artistico di profonda reciprocità. La mostra si configura dunque come un omaggio a un artista che, con la sua visione innovativa, ha lasciato un segno indelebile nel panorama architettonico napoletano e non solo.
Sanfelice: Invenzioni Ardite tra Architettura e Devozione Fotografica
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