L’estate, stagione di viaggi e riposo, si rivela per molti animali un incubo silenzioso, una spirale di sofferenza innescata dall’abbandono.
La Leal, associazione nazionale per la difesa dei diritti degli animali, lancia un accorato grido d’allarme, denunciando un fenomeno dilagante e profondamente disumano: il ripensamento affettivo durante i periodi di vacanza, che si traduce nell’abbandono di cani e gatti, spesso condannati a una morte lenta e dolorosa.
La tragica vicenda di Diego, un cane trovato senza vita in un garage, privato di acqua e cibo dal suo stesso proprietario, e quella di un altro cane, legato in cortile e morto dopo due giorni di agonia, sono solo la punta dell’iceberg di una realtà sconcertante.
L’indignazione della Leal è amplificata dalla recidività di alcuni comportamenti e dalla difficoltà di far fronte a questa crescente emergenza.
La recente denuncia contro un’insegnante di Giugliano, che si è rifiutata di interrompere le sue vacanze nonostante la notizia della tragedia che aveva colpito il suo animale domestico, rappresenta un esempio agghiacciante di mancanza di responsabilità e di profonda disconnessione emotiva.
Massimo Wertmuller, insieme a un ampio gruppo di testimonial d’eccezione come Ornella Muti, Naike Rivelli, Flavio Insinna e Ivana Spagna, sostiene con forza la necessità di un cambiamento radicale nel percepito sociale.
Il riconoscimento degli animali come esseri senzienti, sancito dal Trattato di Lisbona del 2007, impone un nuovo paradigma etico e giuridico.
Chi compie simili atti non solo viola la legge, ma tradisce i principi fondamentali dell’umanità e la capacità di empatia.
L’azione di abbandonare un essere vivente, considerandolo un accessorio usa e getta, rivela una pericolosa superficialità e una carenza di coscienza morale.
Queste persone, preda di un egoismo miope, dovrebbero essere oggetto di una profonda riflessione e, idealmente, isolate dalla comunità.
La campagna della Leal si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica, trasformando l’abbandono da semplice atto riprovevole a reato grave, punibile non solo con la legge, ma anche con il giudizio del sentire comune.
I dati sono drammatici: circa 130.000 animali randagiano ogni anno, con una mortalità infantile spaventosa.
L’associazione si impegna a perseguire legalmente i responsabili, chiedendo l’applicazione del massimo della pena prevista dalla legge.
La recente Legge 1308/2025, soprannominata “legge Brambilla”, in vigore dal 1 luglio 2025, rafforza il quadro normativo, prevedendo pene fino a 4 anni di reclusione e multe fino a 60.000 euro per abbandono e uccisione di animali.
Tuttavia, l’efficacia di tali misure dipende dalla loro applicazione rigorosa e dalla capacità di promuovere una cultura di responsabilità e rispetto verso gli animali, promuovendo l’adozione consapevole e contrastando il commercio illegale di animali.
L’educazione al benessere animale, fin dalla più tenera età, si rivela un investimento cruciale per il futuro.