La crisi di ArcelorMittal a Luogosano-San Mango sul Calore si configura non come un semplice spegnimento industriale, ma come una ferita profonda per il tessuto economico e sociale dell’Irpinia, un campanello d’allarme per l’intero sistema manifatturiero del Sud Italia. L’annuncio della chiusura, fissata al 30 luglio, che comporterà la perdita del lavoro per settanta dipendenti, riaccende il dibattito sulla debolezza del tessuto produttivo locale, la sua vulnerabilità alle dinamiche globali e l’imperativo di politiche industriali mirate e proattive.L’incontro in Prefettura ad Avellino, animato dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, con la partecipazione di rappresentanti sindacali e dirigenti aziendali, ha rappresentato un momento cruciale per valutare le possibili vie d’uscita dalla situazione di stallo. Il ministro, pur riconoscendo la gravità del momento, ha espresso un cauto ottimismo, basato sull’accordo raggiunto per l’applicazione della cassa integrazione e, soprattutto, sulle otto manifestazioni di interesse rilevate per la possibile acquisizione delle attività e del personale. Questo interesse, sebbene ancora preliminare, suggerisce la presenza di potenziali investitori disposti a recuperare un patrimonio industriale di valore.Tuttavia, l’aspetto cruciale che emerge dalla vicenda non è solo la necessità di tutelare l’impiego dei settanta lavoratori coinvolti, ma anche di preservare il know-how, la tradizione e la competenza che contraddistinguono la manifattura irpina. La chiusura dello stabilimento rischia di disperdere un capitale umano prezioso e di compromettere la capacità dell’Irpinia di competere sui mercati internazionali.La complessità della situazione richiede un approccio multidisciplinare, che coinvolga non solo le istituzioni nazionali e locali, ma anche il mondo della ricerca, dell’innovazione e della finanza. È necessario incentivare la diversificazione produttiva, sostenere l’imprenditoria locale e promuovere la formazione di nuove competenze, in grado di rispondere alle sfide del futuro. L’impegno del governo, rappresentato dal ministro Piantedosi, è un segnale positivo, ma non sufficiente. È indispensabile un patto programmatico tra tutti gli attori coinvolti, che definisca obiettivi chiari e misurabili, e che garantisca la continuità del processo produttivo e la tutela dei diritti dei lavoratori. La vicenda di ArcelorMittal può rappresentare un’opportunità per ripensare il modello di sviluppo del territorio, puntando sulla sostenibilità ambientale, l’innovazione tecnologica e la valorizzazione delle risorse locali. Il futuro dell’Irpinia dipende dalla capacità di trasformare una crisi in un’occasione di rinascita.
ArcelorMittal a Luogosano: Crisi Industriale e Futuro dell’Irpinia
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