La Repubblica Italiana si appresta a ricevere un significativo sostegno finanziario dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI), con un impegno economico fino a 1,4 miliardi di euro destinato alla complessa opera di ricostruzione e mitigazione del rischio nella zona dei Campi Flegrei.
Questa decisione, annunciata congiuntamente dal Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, e dalla Vicepresidente della BEI, Gelsomina Vigliotti, segna un passo cruciale per affrontare le sfide poste dalla crescente instabilità geologica dell’area.
Il finanziamento, strutturato come un “prestito quadro”, rappresenta una risposta concreta all’emergenza sismica iniziata nel maggio 2024, intensificata da eventi come il terremoto di magnitudo 4.6 del 30 giugno 2025 e dalle successive sollecitazioni tettoniche che hanno evidenziato la vulnerabilità del territorio e delle comunità residenti.
L’accordo, che vedrà la firma della prima tranche entro la fine dell’anno attraverso un protocollo con il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) per coprire le spese previste per il triennio 2025-2027, si articola in due programmi distinti.
Il primo programma è focalizzato sulla riqualificazione sismica e la ricostruzione del patrimonio abitativo privato, con una dotazione massima di 550 milioni di euro.
Il secondo, dedicato al comparto pubblico, prevede interventi di ricostruzione e consolidamento di edifici istituzionali e infrastrutture critiche, con un budget fino a 850 milioni di euro, e riguarderà in particolare i comuni di Napoli, Pozzuoli e Bacoli, aree maggiormente impattate.
L’attuazione del piano è affidata a una governance tripartita, che coinvolge il Dipartimento Casa Italia per il supporto al patrimonio abitativo, il Dipartimento della Protezione Civile per la gestione del rischio sismico e vulcanico e, in qualità di figura centrale, il Commissario Straordinario per i Campi Flegrei, incaricato di coordinare gli interventi su edifici e infrastrutture pubbliche.
L’obiettivo primario del piano, con una conclusione prevista per il 2032, non si limita alla mera riparazione dei danni materiali.
Si tratta di un intervento strutturale volto a ridurre la vulnerabilità sismica, ad adottare principi di “build-back-better”, ovvero di ricostruire in modo più sicuro e resiliente, integrando nuove tecnologie e metodologie costruttive che superino gli standard internazionali.
Al di là della protezione immediata delle persone e del patrimonio, l’iniziativa mira a rafforzare la capacità di adattamento dell’intera area metropolitana di Napoli ai cambiamenti climatici, riconoscendo la stretta interdipendenza tra rischio sismico, vulcanico e idrogeologico.
Il contributo della BEI permette inoltre al governo italiano di ottimizzare l’impiego delle risorse pubbliche, riducendo il costo complessivo degli interventi e aprendo la strada a modelli replicabili in altre zone del Paese esposte a rischi naturali analoghi, promuovendo una cultura della prevenzione e della resilienza a livello nazionale.
L’operazione rappresenta un investimento strategico non solo per il territorio campano, ma per l’intero sistema di gestione del rischio in Italia.







