lunedì 28 Luglio 2025
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Da medico a imprenditore: la lezione del Pronto Soccorso.

L’eco del Pronto Soccorso risuona ancora nell’animo di Mario Rubino, un medico urologo che ha lasciato il camice per assumere la presidenza dell’azienda di famiglia, Kimbo.
Venticinque anni trascorsi tra la frenesia e l’urgenza del Cardarelli, un’esperienza formativa intensa che continua a plasmare il suo approccio all’imprenditoria.
Un passaggio di testimone inatteso, un cambio di prospettiva che lo ha portato a riflettere profondamente sul valore del lavoro, del rispetto e dell’umanità, principi cardine che ritroviamo, trasfigurati, anche nel mondo del business.
La vita in Pronto Soccorso non concede respiro, impone una disciplina ferrea e una capacità di decisione immediata.
Spiegare ai figli, ora adulti, le assenze ripetute, i turni che si prolungavano nell’oscurità, richiedeva una giustificazione che andava oltre la semplice necessità: “C’era sempre qualcuno che aveva bisogno più di voi,” spiegava, instillando un senso di responsabilità e di empatia che ha segnato il loro percorso.
L’etica professionale, il rispetto delle regole e soprattutto il rispetto profondo per il prossimo, rimangono i pilastri della sua bussola interiore.

L’abbandono del camice non è stata una cesura netta, ma una trasformazione.
Le sfide affrontate in un ambiente così complesso, dove la fragilità umana si manifesta in tutta la sua nudità, hanno temprato il suo carattere e affinato le sue capacità di leadership.
Ricorda con rammarico, ma anche con una certa stoica accettazione, un episodio limite, un attacco fisico da parte di un paziente disperato, un evento che ben testimonia l’intensità emotiva e la precarietà che caratterizzano il lavoro in Pronto Soccorso.

E sottolinea con sincera ammirazione il coraggio e la dedizione degli infermieri e dei colleghi, veri e propri eroi silenziosi che quotidianamente si confrontano con situazioni estreme.

L’esperienza ospedaliera ha insegnato a Rubino l’importanza della prontezza, della capacità di problem solving e della gestione dello stress, competenze trasversali fondamentali in qualsiasi ambito lavorativo.

Il “parlare poco e agire subito” del Pronto Soccorso si è tradotto nella necessità di prendere decisioni rapide ed efficaci anche nel contesto aziendale.

L’urgenza di intervenire, di trovare soluzioni immediate, è una costante che permea il suo modo di operare.
Un atto di lungimiranza, un’ulteriore lezione appresa, è stata la decisione di non orientare i figli verso l’azienda di famiglia.
“Ho ritenuto giusto che scegliessero altre strade,” confessa, sottolineando l’importanza di autonomia e di realizzazione personale al di là delle aspettative familiari.
Prevedere il peso del giudizio altrui, la pressione di seguire un percorso già tracciato, lo ha portato a desiderare per loro un orizzonte più ampio, un futuro libero da vincoli e condizionamenti.

La sua visione è quella di un’azienda che si espande, che accoglie nuove energie e talenti, superando i confini dell’azienda familiare per abbracciare un futuro di crescita e innovazione.
“È giusto così,” conclude, con la consapevolezza di aver compiuto la scelta giusta, quella che preserva l’indipendenza e il potenziale dei suoi figli, e che proietta l’azienda verso un orizzonte più vasto e promettente.

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