La recente manovra economica ha generato un misto di apprezzamento e profonda critica da parte della Uil, come espresso dal segretario generale Pierpaolo Bombardieri.
L’attenzione si concentra in particolare sull’adeguamento dei contratti del settore pubblico, un ambito che la Uil considera cruciale per la ripresa economica e, soprattutto, per la promozione di una democrazia economica più equa e partecipata.
La soddisfazione del sindacato risiede non solo nel risultato ottenuto – un accordo che recepisce alcune proposte avanzate dalla Uil dopo un confronto durato due anni – ma anche nel riconoscimento del contratto collettivo come strumento fondamentale per la redistribuzione della ricchezza e la riparazione del danno subito dal potere d’acquisto dei lavoratori e dei pensionati negli anni precedenti.
Si tratta di un segnale importante, che sottolinea come il contratto non sia solamente una questione di retribuzione, ma un veicolo per la riduzione delle disuguaglianze e la costruzione di una società più giusta.
Tuttavia, l’approccio complessivo della manovra lascia adito a forti preoccupazioni.
La Uil si oppone fermamente alla cartolarizzazione dei crediti, una misura che, a suo avviso, perpetua una cultura dell’evasione fiscale, scaricando il peso delle imposte su chi onestamente contribuisce al sistema, in particolare sui lavoratori dipendenti e sui pensionati, gravati dall’Irpef.
L’annullamento di “Opzione Donna” rappresenta un’altra ferita profonda, in quanto priva una categoria di lavoratrici, spesso impegnate in professioni gravose, di una possibilità di pensionamento anticipato, acuendo le disparità di genere.
Questa scelta appare in contrasto con le dichiarazioni di impegno per la parità e per la riduzione delle disuguaglianze territoriali, che risuonano vuote quando si tratta di scelte concrete.
La manovra economica, quindi, si rivela un mosaico di decisioni contraddittorie.
Se da un lato si riconosce il ruolo del contratto come strumento di redistribuzione e di risarcimento del potere d’acquisto, dall’altro si perpetuano politiche che favoriscono l’evasione fiscale e penalizzano le fasce più deboli della popolazione.
La Uil si impegna a proseguire la battaglia per rivedere queste scelte, promuovendo un modello di sviluppo più equo e sostenibile, che metta al centro il benessere dei lavoratori e la coesione sociale.
La sfida è quella di trasformare le parole in azioni, per costruire un futuro più giusto per tutti.






