venerdì 1 Agosto 2025
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Marcianise, addio Jabil: transizione difficile tra incertezza e speranze

L’area industriale di Marcianise, un tempo fulcro pulsante del polo dell’elettronica campana, è teatro di una complessa e delicata transizione aziendale, che segna la fine di un’era per i 406 lavoratori dello stabilimento Jabil.

L’azienda americana, forte di una presenza storica nel territorio, si appresta a cedere il sito a Tme-AE, una nuova realtà nata dall’unione di Tme di Portico di Caserta e dell’intervento strategico di Invitalia, braccio operativo del Ministero dell’Economia, a testimonianza di un interesse pubblico nella salvaguardia dell’occupazione.

La cessione, formalmente avviata con l’aggiornamento dei sistemi produttivi che ha comportato un temporaneo stop alla produzione, si configura come un passaggio a più stadi.
Prima della definitiva sostituzione dell’insegna Jabil con quella di Tme-AE, i dipendenti saranno temporaneamente allocati in una “Newco” – Jabil Italia Newco – una società veicolo creata ad hoc per facilitare la transizione burocratica.
Questa soluzione, pur mirata a snellire il processo, solleva interrogativi sulla sua reale utilità e sulla percezione di un’ulteriore stratificazione amministrativa che non contribuisce a dissipare l’incertezza.
Il mese di luglio si prospetta cruciale: rappresenta l’ultimo stipendio percepito sotto l’egida di Jabil, un elemento che amplifica le tensioni latenti e acuisce le controversie tra la direzione aziendale e la forza lavoro.
Al centro del conflitto si colloca la gestione delle ferie obbligatorie imposte durante il periodo di stop, una decisione che gravava economicamente sui lavoratori e che ha generato un acceso confronto con le rappresentanze sindacali.
La RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie), anch’essa oggetto di contestazione interna da parte di una parte dei dipendenti che ne hanno richiesto le dimissioni, ha denunciato l’assenza di un adeguato confronto preventivo sindacale in merito alla decisione di imporre le ferie.
La controreplica di Jabil, che si è difesa affermando di aver avuto un confronto con i sindacali, è stata respinta dalla RSU, che ha diffidato l’azienda dall’agire unilateralmente.

Il disaccordo si complica ulteriormente a causa di disparità di trattamento riservate ad alcuni lavoratori, un aspetto che alimenta un diffuso senso di ingiustizia e malcontento.

Questo scenario di contrapposizione suscita interrogativi sulla correttezza delle procedure e sulla verifica di eventuali violazioni del diritto sindacale.

La domanda di alcuni lavoratori, che si chiedono perché la RSU non abbia denunciato l’azienda per condotta antisindacale, riflette un sentimento di frustrazione e una richiesta di maggiore tutela dei propri diritti.
L’uscita di scena di Jabil, destinata a concludersi nei primi giorni di agosto, segna un punto di svolta per il territorio e per i lavoratori, che si trovano ad affrontare un futuro incerto sotto una nuova gestione.

La speranza è che Tme-AE possa garantire continuità occupazionale e condizioni di lavoro dignitose, onorando l’eredità industriale di Jabil e contribuendo alla ripresa economica dell’area di Marcianise, alleviando le tensioni e ricostruendo un clima di fiducia tra azienda e lavoratori.

Il futuro, tuttavia, resta appeso a una delicata bilancia tra investimenti, innovazione e dialogo sociale.

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