Il rilancio del Mezzogiorno, e in particolare di Napoli, emerge come un fattore cruciale per la tenuta e la crescita del sistema economico nazionale.
Questa consapevolezza, espressa dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, durante l’assemblea dell’Unione Industriali di Napoli, non è frutto di una mera constatazione, ma riflette una dinamica in atto, supportata da dati concreti che indicano una crescente vitalità produttiva nell’area.
Il Mezzogiorno non è più una periferia da assistere, ma un motore in grado di trainare il Paese, un elemento strategico per la competitività complessiva.
Questa trasformazione si traduce in un’urgenza di interventi tempestivi, capaci di amplificare gli effetti positivi già in evidenza.
In questo contesto, l’iniziativa straordinaria lanciata da Confindustria il 27 maggio, rivolta sia all’Italia che all’Europa, si configura come un volano per accelerare questo processo di crescita diffusa.
Un elemento chiave di questa strategia è rappresentato dalla Zona Economica Speciale (ZES) unica del Mezzogiorno.
I risultati finora ottenuti sono significativi: un afflusso di 717 nuove richieste di investimento, che si traducono in un potenziale di 28 miliardi di euro.
Questa cifra non è un mero numero, ma il segno tangibile di una fiducia rinata, di una prospettiva di sviluppo che si concretizza in progetti reali.
L’efficacia della ZES si misura anche nell’implementazione di strumenti finanziari di sostegno alle imprese, come il credito d’imposta.
La capacità di aver “messo a terra” quasi completamente 4,1 miliardi di euro dimostra non solo la disponibilità di risorse, ma anche l’efficienza dei meccanismi di erogazione e la capacità delle imprese di intercettare tali opportunità.
In definitiva, il modello ZES si sta rivelando un percorso valido per stimolare la crescita imprenditoriale, rafforzando la resilienza del tessuto produttivo meridionale e contribuendo, di riflesso, a un equilibrio economico più ampio a livello nazionale.
L’impegno di Confindustria si proietta verso un futuro in cui il Mezzogiorno non sia solo beneficiario di politiche di sviluppo, ma protagonista attivo della crescita del Paese.
L’obiettivo è creare un ecosistema favorevole all’innovazione, all’occupazione e alla prosperità, valorizzando le peculiarità e il potenziale inespresso di un territorio ricco di storia, cultura e risorse umane.