Per rilanciare il tessuto industriale italiano, è necessario superare l’approccio incrementale e frammentario che ha caratterizzato le recenti politiche economiche.
Confindustria non intende quindi avviare una discussione focalizzata su aggiustamenti marginali a misure esistenti, bensì proporre una visione strategica e di ampio respiro per il futuro del Paese, un vero e proprio progetto di modernizzazione industriale.
Questa visione si articola attorno a tre pilastri fondamentali, imprescindibili per un percorso di crescita sostenibile e duratura.
Innanzitutto, è imperativo potenziare le imprese italiane, non solo attraverso incentivi finanziari, ma soprattutto favorendo un ambiente normativo più snello e prevedibile, riducendo la burocrazia e semplificando l’accesso al credito.
Ciò implica una profonda revisione della legislazione esistente, con l’obiettivo di liberare le imprese da oneri amministrativi eccessivi e promuovere l’innovazione, la ricerca e lo sviluppo in tutti i settori.
In secondo luogo, è cruciale affrontare la sfida dei settori maturi, spesso percepiti come in declino, ma che rappresentano ancora un patrimonio di competenze e tecnologie da valorizzare.
Non si tratta di “abbandonarli”, bensì di accompagnarli in una transizione verso nuovi modelli di business, promuovendo la riconversione industriale, l’adozione di tecnologie avanzate (come l’Industria 4.
0) e la creazione di nuovi prodotti e servizi ad alto valore aggiunto.
Un approccio proattivo in questo senso può generare opportunità di lavoro e sviluppo anche in aree geografiche che rischiano di essere marginalizzate.
Infine, l’Italia deve diventare un Paese più attrattivo per gli investimenti esteri, non solo per i benefici economici diretti che ne derivano, ma anche per l’apporto di nuove competenze, tecnologie e modelli organizzativi.
Questo richiede un’azione concertata su diversi fronti: miglioramento del clima degli investimenti (garantendo stabilità politica ed economica), promozione del Made in Italy, semplificazione delle procedure amministrative e rafforzamento della presenza italiana sui mercati internazionali.
Occorre, in sintesi, costruire un ecosistema favorevole all’insediamento di nuove imprese e alla crescita di quelle esistenti, incentivando la creazione di posti di lavoro qualificati e diffondendo la ricchezza in tutto il territorio nazionale.
Per le piccole e medie imprese, spina dorsale del sistema produttivo italiano, è fondamentale adottare misure mirate e di impatto, che rispondano alle loro specifiche esigenze.
Non si tratta di generiche agevolazioni, ma di interventi concreti che favoriscano la digitalizzazione, l’internazionalizzazione, la formazione del personale e l’accesso a finanziamenti a condizioni vantaggiose.
La semplificazione delle procedure e la riduzione degli oneri fiscali, pur essendo importanti, devono essere affiancate da politiche attive che supportino la crescita e l’innovazione delle PMI, consentendo loro di competere efficacemente sui mercati globali.
In definitiva, il futuro industriale dell’Italia dipende dalla capacità di abbandonare approcci parziali e frammentati, abbracciando una visione strategica e di lungo termine, che metta al centro le imprese, l’innovazione, la sostenibilità e l’attrazione di investimenti esteri.
Solo così sarà possibile costruire un’economia più forte, competitiva e inclusiva, in grado di affrontare le sfide del futuro e di creare nuove opportunità per tutti.