La polemica tra il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, e gli organizzatori degli Stati generali della prevenzione si fa sempre più aspra, rischiando di compromettere l’efficacia dell’iniziativa promossa dal Ministero della Salute a Napoli.
L’annuncio della possibile presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha temporaneamente placato le tensioni, ma la recente incertezza solleva interrogativi profondi sulla natura e la strumentalizzazione di eventi di rilevanza nazionale.
De Luca ha espresso pubblicamente la sua disapprovazione, definendo la manifestazione una “vergognosa marchetta” orchestrata da Fratelli d’Italia, un’accusa che riflette una frattura politica preesistente e un disaccordo fondamentale riguardo all’approccio alla prevenzione sanitaria.
La vicenda non è una semplice questione di protocollo o di gerarchie istituzionali; essa rivela una divergenza di visioni sul ruolo dello Stato, delle regioni e dei partiti politici nella gestione della salute pubblica.
Inizialmente, l’esclusione della Regione Campania dalla cornice degli Stati generali era stata presentata come una deliberata marginalizzazione, un tentativo di sminuire il contributo della realtà campana in tema di politiche sanitarie.
La successiva inclusione, resa possibile dall’intervento del Presidente della Repubblica, ha rappresentato un’inattesa svolta, ma ha anche alimentato ulteriori sospetti.
De Luca ha infatti sottolineato come la decisione fosse arrivata in un momento successivo, come una sorta di “corrective action” per evitare una defezione campana di rilievo.
La minaccia di boicottaggio, esplicitamente formulata dal presidente De Luca, pone una questione etica cruciale: fino a che punto è legittimo utilizzare un evento di pubblica utilità come strumento di pressione politica? La salute dei cittadini non dovrebbe essere oggetto di strumentalizzazione? La vicenda solleva dubbi sulla trasparenza dei processi decisionali e sulla possibilità che iniziative di carattere nazionale siano contaminate da logiche partitiche.
Al di là della querelle politica, è fondamentale riflettere sull’importanza degli Stati generali della prevenzione.
Questi eventi rappresentano un’occasione unica per confrontarsi con esperti, operatori sanitari e cittadini, per definire strategie innovative e sostenibili per migliorare la salute della popolazione.
La discussione dovrebbe concentrarsi sui bisogni reali dei territori, sull’efficacia degli interventi di prevenzione e sulla necessità di promuovere stili di vita sani.
La polemica in corso rischia di distogliere l’attenzione da questi obiettivi prioritari, offuscando il messaggio centrale e minando la credibilità dell’iniziativa.