lunedì 15 Settembre 2025
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Giancarlo Siani: un grido di allarme per la legalità.

Il grido di allarme lanciato da Giancarlo Siani, tragicamente interrotto troppo presto, risuona oggi con un’eco amplificata, ben oltre i confini del professionismo giornalistico.

Non si tratta più di un monito rivolto esclusivamente alle nuove generazioni di reporter, ma di un appello pressante a tutta la collettività, un invito a una riflessione profonda sulle responsabilità individuali e sociali di fronte alla criminalità organizzata e alla sua influenza pervasiva.

Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, durante la commemorazione di Siani, assassinato dalla camorra il 23 settembre del 1985, ha sottolineato come il suo messaggio, lungi dall’essere relegato alla cronaca nera o alla storia del giornalismo italiano, rappresenti un’eredità imprescindibile per il tessuto democratico.
La figura di Siani non deve essere celebrata solo come martire della verità, ma come simbolo di un impegno civile coraggioso e costante, un esempio di come l’informazione, quando libera e indipendente, possa essere un’arma potente contro l’illegalità.

La sua morte, brutale e ingiusta, ha squarciato il velo di una realtà complessa e radicata, rivelando la capacità della camorra di infiltrarsi e condizionare ogni aspetto della vita sociale, economica e politica.

Siani, con la sua tenacia e il suo sguardo critico, aveva osato illuminare le zone d’ombra, denunciando i meccanismi di potere e le collusioni che alimentavano l’organizzazione criminale.
Ricordare Siani significa, quindi, rinnovare l’impegno a tutelare la libertà di stampa, a garantire la sicurezza dei giornalisti che si dedicano all’inchiesta e a contrastare la cultura dell’omertà che ancora soffoca la verità.

Significa, altresì, promuovere una cultura della legalità, soprattutto tra i giovani, educandoli al rispetto delle regole e alla responsabilità civica.

Il messaggio di Siani non è un lamento, ma un imperativo: un invito all’azione, un monito a non arrendersi di fronte alle difficoltà e a continuare a lottare per un futuro più giusto e trasparente, dove la verità possa finalmente prevalere sull’ingiustizia.
La sua memoria non sia un semplice ricordo del passato, ma una guida per il presente e una speranza per il futuro.
Un futuro dove il coraggio di denunciare non costi più la vita.

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