Napoli si proietta verso un futuro urbano dinamico, lasciando alle spalle un’epoca di immobilismo che ne ha segnato lo sviluppo.
L’affermazione del sindaco Gaetano Manfredi, durante l’evento Acen, non è solo una dichiarazione di intenti, ma una presa di posizione chiara: è tempo di trasformare Napoli in una metropoli moderna, capace di intercettare le sfide del XXI secolo e di offrire opportunità concrete ai suoi cittadini.
Il blocco che ha caratterizzato gli anni ’60, un periodo di stasi che ha privato la città di energie vitali e ha spinto molti giovani a cercare fortuna altrove, sembra finalmente superato.
La consapevolezza di una “colpa” espiata apre ora la strada a una nuova stagione di crescita, fondata sulla collaborazione virtuosa tra istituzioni, imprese edili e la comunità locale, ponendo il bene comune al centro di ogni iniziativa.
L’ambizione del sindaco non si limita a una riqualificazione estetica; si tratta di una riprogettazione radicale, che investe il tessuto urbano in tutte le sue dimensioni.
La chiave di volta di questo progetto risiede nella creazione di una vera e propria dimensione metropolitana dell’edilizia, strettamente connessa a un sistema di trasporti efficiente e capillare.
È imprescindibile superare il confine del perimetro comunale, estendendo la rete metropolitana e collegando le aree periferiche con il centro, per favorire la residenzialità diffusa e l’integrazione sociale.
Il tema abitativo, riconosciuto come prioritario, richiede un approccio integrato che coinvolga non solo l’amministrazione comunale, ma anche la Regione Campania, il governo nazionale e le istituzioni europee.
La riprogrammazione delle risorse europee si configura come uno strumento essenziale per finanziare interventi di edilizia popolare e di riqualificazione urbana.
Accanto alla casa, l’infrastruttura assume un ruolo cruciale.
Il partenariato pubblico-privato emerge come modello strategico per lo sviluppo della portualità e per la rigenerazione di aree degradate.
La sfida di Bagnoli, simbolo di un’eredità industriale complessa, rappresenta un banco di prova fondamentale per dimostrare la fattibilità di questo approccio.
Il turismo, lungi dall’essere un mero fattore economico, deve essere interpretato come una risorsa strategica per la città.
Tuttavia, è necessario evitare una concentrazione eccessiva dei flussi turistici in aree limitate del centro storico, promuovendo una distribuzione più ampia su tutto il territorio comunale.
Lo sviluppo e la rigenerazione di aree come Bagnoli, l’area est di Napoli, la zona costiera di via Caracciolo e la balneabilità di San Giovanni a Teduccio, offrono opportunità concrete per diversificare l’offerta turistica e per creare nuovi posti di lavoro.
L’impegno del sindaco Manfredi si traduce in un’accelerazione dei progetti di riqualificazione urbana, precedentemente rallentati da inerzia burocratica.
L’accordo di programma di 15 anni, a lungo rimasto lettera morta, viene ora rilanciato con determinazione, segnando un punto di svolta nella storia urbanistica di Napoli.
La visione del sindaco non è solo quella di una città più moderna e funzionale, ma anche di una città più inclusiva e vivibile, capace di offrire opportunità a tutti i suoi cittadini.






