venerdì 12 Settembre 2025
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Polarizzazione e odio: l’Italia perde la bussola democratica.

Il recente scenario politico italiano si è macchiato di episodi inquietanti, rivelando un’erosione dei principi fondamentali che dovrebbero animare il dibattito pubblico.
Durante una seduta parlamentare, abbiamo assistito a un’escalation di accuse infondate e veementi nei confronti del Ministro degli Esteri, un attacco che testimonia una deriva verso l’aggressività verbale e la mancanza di rispetto istituzionale.
Parallelamente, abbiamo visto come una formazione politica minoritaria abbia utilizzato tattiche meschine, additandone la Presidente del Consiglio con insinuazioni lesive e profondamente irrispettose della sua sfera privata e del suo ruolo di madre.
La vicenda tragica di un giovane influencer conservatore, brutalmente assassinato negli Stati Uniti, ha innescato ulteriori reazioni sconcertanti.

L’audacia di alcuni intellettuali, innescati da una simile atrocità, nel giustificare la violenza con commenti cinici e insensibili, evoca paralleli angoscianti con i ragionamenti che permeavano il clima di terrore e di giustificazione ideologica che caratterizzò gli anni più bui del terrorismo in Italia.
Frasi come “sono compagni che sbagliano”, che allora mascheravano la brutalità di azioni criminali, sembrano risorgere in forme nuove e altrettanto preoccupanti.
Questi eventi, intrecciati e convergenti, dipingono un quadro allarmante: una polarizzazione sempre più radicale, un’incapacità di dialogo costruttivo e una progressiva perdita di umanità nel confronto politico.

Sembra che l’efficacia del governo in carica stia alimentando questa deriva, esacerbando le tensioni e incentivando attacchi personali oltre che critiche costruttive.

Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha definito questa tendenza come una “democrazia dell’odio”, un ossimoro che coglie l’essenza di un fenomeno insidioso: persone che si professano democratiche e umane, ma che in realtà sono incapaci di provare empatia e compassione verso chi la pensa diversamente.

Questa “umanità a doppio senso”, dove la retorica della tolleranza coesiste con la giustificazione implicita della violenza verbale e, potenzialmente, fisica, rappresenta una seria minaccia per la tenuta del tessuto sociale.
La vera sfida, dunque, non è semplicemente quella di contrastare gli attacchi politici, ma di recuperare un senso di umanità condivisa, di rispetto reciproco e di capacità di ascolto, elementi imprescindibili per una democrazia autentica e inclusiva.

Riscoprire la capacità di riconoscere l’umanità nell’altro, anche quando le opinioni divergono, è un imperativo morale e politico che non possiamo più rimandare.

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