sabato, 28 Giugno 2025
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Rai Napoli: Manfredi chiede un modello pluralista e inclusivo

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La recente mobilitazione “Il palinsesto siamo noi”, svoltasi dinanzi alla sede Rai di Napoli, ha catalizzato l’attenzione del sindaco Gaetano Manfredi, il quale ha espresso un fermo appoggio a un modello di Radiotelevisione Italiana che trascenda la mera funzione di servizio pubblico per incarnare un vero e proprio patrimonio collettivo, un’entità plurale capace di riflettere e rappresentare la complessità e la ricchezza del tessuto sociale italiano.L’intervento del sindaco non si è limitato a una generica manifestazione di sostegno, ma ha delineato con chiarezza le preoccupazioni che animano l’opinione pubblica e i professionisti dell’informazione. La fragilità del settore giornalistico, segnata da condizioni di precarietà diffuse, si pone come una questione urgente che erode la qualità del servizio offerto e mette a rischio la libertà di espressione. Questa situazione non colpisce solamente i giornalisti, ma si estende a figure cruciali come gli insegnanti e i ricercatori universitari, evidenziando una crisi più ampia che investe l’intero sistema educativo e culturale del Paese.Manfredi ha sottolineato come il pluralismo sia un pilastro fondamentale di una democrazia sana e funzionante. La capacità di accogliere e dare voce a prospettive diverse, anche quelle dissenzienti, non è un ostacolo, bensì un motore di progresso e di miglioramento. Le critiche, lungi dall’essere un elemento destabilizzante, rappresentano un prezioso strumento di confronto e di crescita, stimolando l’amministrazione a rendere conto del proprio operato e a perseguire obiettivi sempre più ambiziosi.La richiesta di una “grande Rai” non si traduce, quindi, in un appello a un’entità monolitica e inaccessibile, bensì in un invito a una Radiotelevisione Italiana capace di accogliere una pluralità di voci, di promuovere il dibattito pubblico e di garantire la libertà di espressione. Si tratta di una battaglia che, come auspicato dal sindaco, deve proseguire incessantemente, perché la salvaguardia del pluralismo informativo è un dovere imprescindibile per la salvaguardia stessa della democrazia. La radiodiffusione pubblica, in questo contesto, non è semplicemente un’azienda, ma un servizio essenziale per la coscienza civile e la coesione sociale.

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