La sanità campana si trova a un bivio cruciale, richiedendo un cambiamento di paradigma ben più profondo di semplici aggiustamenti marginali o interventi frammentati e inefficaci.
Il deficit di funzionalità del Servizio Sanitario Pubblico (SSN) regionale non può essere ridotto a una questione di mera gestione, ma riflette un sistema complesso, intriso di distorsioni politiche e clientelari che hanno progressivamente eroso la sua integrità e la sua capacità di rispondere efficacemente alle esigenze dei cittadini.
La diagnosi, esplicita nel pronunciamento del candidato governatore Nicola Campanile, va oltre la semplice constatazione di inefficienze operative.
Si tratta di un’analisi che individua le radici del problema in una cultura politica che ha anteposto logiche di convenienza e interessi di gruppo al benessere collettivo, compromettendo l’allocazione equa delle risorse, la meritocrazia e la qualità delle prestazioni.
È imperativo riconoscere e valorizzare il capitale umano rappresentato dalle innumerevoli eccellenze professionali che operano in Campania.
Medici, infermieri, tecnici sanitari, ricercatori: sono questi gli attori chiave di un sistema sanitario efficiente e sostenibile.
Tuttavia, la loro dedizione e competenza vengono sistematicamente frustrate da un ambiente lavorativo spesso demotivante, caratterizzato da carenze infrastrutturali, oneri burocratici eccessivi e una scarsa autonomia decisionale.
Il vero cambiamento deve passare per un ritorno ai principi fondamentali che hanno ispirato la nascita del Servizio Sanitario Pubblico: l’universalità dell’accesso alle cure, l’equità nella distribuzione delle risorse e la centralità della persona.
Ciò implica un profondo ripensamento dei processi di governance, con l’introduzione di meccanismi di controllo e trasparenza che garantiscano una gestione responsabile e partecipata.
La digitalizzazione del sistema sanitario, l’integrazione tra ospedale e territorio, l’investimento nella prevenzione e nella promozione della salute, il potenziamento della ricerca biomedica: sono tutte leve strategiche che possono contribuire a costruire un sistema sanitario più resiliente, efficiente e orientato al cittadino.
Ma il cambiamento più importante è culturale.
È necessario promuovere una cultura della responsabilità, della competenza e dell’etica professionale, che metta al centro il benessere dei pazienti e la valorizzazione del personale sanitario.
Solo così si potrà ricostruire la fiducia dei cittadini nel Servizio Sanitario Pubblico e garantire a tutti l’accesso a cure di qualità, indipendentemente dalla loro condizione sociale o geografica.
In definitiva, la sfida per la sanità campana non è solo quella di risolvere problemi immediati, ma di avviare una vera e propria rivoluzione culturale, fondata sui principi di equità, trasparenza e centralità della persona.







