La decisione di sospendere l’attività dell’ospedale di Sapri rappresenta un atto profondamente problematico, frutto di una politica centralizzata e priva di sensibilità territoriale.
Questa scelta, imposta dal governo nazionale con una timeline rigida – la chiusura di tre strutture in deroga entro giugno – contrasta nettamente con le dichiarazioni di vicinanza e comprensione che i rappresentanti politici esprimono localmente.
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha denunciato questa dissonanza, evidenziando come le decisioni vengano prese a Roma, ignorando le peculiarità e le necessità delle comunità locali.
La vicenda di Sapri si inserisce in un quadro più ampio di ridimensionamenti assistenziali che hanno già visto la cessazione delle attività di Sessa Aurunca e Piedimonte Matese.
Il punto nascita di Sapri, in particolare, era stato mantenuto attivo, in deroga, a seguito di una deliberata assunzione di responsabilità da parte della Regione Campania, consapevole delle conseguenze per la popolazione.
L’apertura era stata ottenuta dopo un’attenta discussione con i primari, che avevano sollevato questioni cruciali sulla responsabilità in caso di complicazioni durante il parto.
La Regione aveva garantito, assumendosi la responsabilità di gestire queste situazioni, raccomandando al contempo una particolare attenzione nella gestione dei parti più complessi, indirizzandoli verso centri di maggiore competenza come Vallo, Battipaglia e Salerno.
La decisione di chiusura appare quindi come un ricatto politico, con chiare responsabilità nei confronti di Fratelli d’Italia, partito a cui appartengono il Ministro e numerosi dirigenti del Ministero della Salute.
De Luca ha sottolineato come queste nomine siano spesso motivate da logiche clientelari, a scapito della competenza e del merito.
La nomina della responsabile del Dipartimento di Prevenzione, in particolare, è stata contestata per la mancanza di qualifiche adeguate.
La denuncia di De Luca è un appello alla trasparenza e alla verità, un rifiuto di tollerare “imbecillità” in un momento in cui il sistema sanitario è chiamato a fornire servizi essenziali alla comunità.
L’amministrazione regionale, afferma il presidente, ha profuso un notevole impegno nel corso degli anni, e la chiusura dell’ospedale di Sapri rappresenta una sconfitta per l’intera comunità campana, un colpo alla sua capacità di garantire un’assistenza sanitaria adeguata e accessibile a tutti.
La vicenda solleva interrogativi fondamentali sulla governance del sistema sanitario nazionale e sulla necessità di una maggiore autonomia decisionale per le regioni, al fine di rispondere in modo efficace alle specifiche esigenze del territorio.