L’operazione “Cirielli” sembra svelarsi come una manovra orchestrata, una traiettoria studiata per un candidato apparentemente ignaro delle dinamiche che lo plasmano.
La recente decisione di sottrarre quindici milioni di euro dal finanziamento della linea 10 della metropolitana di Napoli, infrastruttura cruciale per decongestionare il nodo di Afragola e l’intera area nord della città, solleva interrogativi profondi sulle reali intenzioni che guidano le scelte politiche in atto.
Questa riduzione di risorse, come evidenziato con forza dal candidato Roberto Fico, non è un semplice atto amministrativo, ma un sintomo di un disegno più ampio, un tentativo di erodere le opportunità di sviluppo del Mezzogiorno.
Il taglio alla linea 10, un’arteria vitale per la mobilità e la connettività, si inserisce in un contesto più ampio di politiche che penalizzano la Campania e il Sud Italia, alimentando divisioni territoriali e disuguaglianze strutturali.
La retorica dell’autonomia differenziata, spesso invocata da chi gioca a fare da protagonista, si rivela allora per quello che è: un pretesto per giustificare scelte che mirano a scaricare responsabilità e a perpetuare un modello di sviluppo iniquo.
La Campania, che ha sempre combattuto per la coesione territoriale e la riduzione dei divari, si trova a dover fronteggiare un’ondata di decisioni che la relegano ai margini, negandole gli strumenti necessari per realizzare il proprio potenziale.
L’arrivo in Campania di ministri del governo, con la loro campagna elettorale a sostegno di un candidato come Cirielli, assume quindi una connotazione ambigua.
Si tratta di una sorta di “spettacolo” mediatico, volto a mascherare una realtà ben più complessa e preoccupante.
Dietro le promesse e le dichiarazioni di intenti si cela una strategia volta a instrumentalizzare la regione a fini politici, sfruttando le sue fragilità e le sue aspirazioni.
La questione non si riduce quindi a un semplice conflitto elettorale.
Si tratta di una battaglia per il futuro della Campania, del Sud Italia e dell’intero Paese.
È una battaglia per la giustizia sociale, per la coesione territoriale e per la realizzazione di un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo.
La vicenda della linea 10 della metropolitana è un campanello d’allarme, un invito a riflettere profondamente sulle scelte che stiamo facendo e sulle conseguenze che ne deriveranno.
È necessario un cambio di paradigma, un impegno concreto per superare le divisioni e costruire un futuro di prosperità e opportunità per tutti.
La sfida è complessa, ma la posta in gioco è troppo alta per rimanere indifferenti.






