L’infortunio muscolare che ha costretto Alessandro Buongiorno ad abbandonare prematuramente il campo durante la partita contro il Pisa si è rivelato essere una lesione di grado lieve del muscolo adduttore lungo della coscia sinistra.
Le indagini diagnostiche, eseguite presso la struttura sanitaria del Pineta Grande Hospital, hanno confermato la natura specifica dell’infortunio, escludendo lesioni più estese o lacerazioni complete.
La contusione, manifestatasi con dolore acuto e invalidante, ha interrotto la performance del difensore, sollevando interrogativi sulle dinamiche che l’hanno generata e sulle implicazioni per il calendario imminente.
L’adduttore lungo, cruciale per l’adduzione dell’anca e la stabilità del bacino, è un muscolo spesso coinvolto in infortuni sportivi, soprattutto in attività che richiedono scatti, cambi di direzione e sforzi esplosivi.
La prognosi, sebbene inizialmente preoccupante, si rivela fortunatamente meno grave del previsto.
Il percorso riabilitativo è già stato avviato sotto la supervisione del team medico del Napoli, con l’obiettivo di favorire la rigenerazione tissutale e il rapido ritorno in campo del giocatore.
Si prevede uno stop di circa tre partite, che esclude Buongiorno dalle sfide contro Milan, Sporting Lisbona (in Champions League) e Genoa.
L’auspicio è che il difensore possa rientrare nella squadra dopo la pausa per le rappresentative nazionali, con l’impegno previsto per il 18 ottobre a Torino.
L’assenza di Buongiorno rappresenta una sfida per il tecnico, che dovrà contare su alternative solide in difesa.
In questo contesto, Amir Rrahmani, anch’egli reduce da un periodo di infortunio, e Juan Jesus, si profilano come probabili sostituti, offrendo al mister opzioni tattiche e di esperienza per compensare la perdita del centrale.
La loro performance sarà cruciale per garantire la stabilità difensiva della squadra e per mantenere elevato il livello di competitività in un momento delicato della stagione.
L’infortunio, inoltre, sottolinea l’importanza di una gestione attenta del carico di lavoro e di un’adeguata preparazione fisica per prevenire ulteriori complicazioni e garantire la longevità della carriera dei calciatori.







