Nel cuore pulsante delle Marche, la Mole Vanvitelliana di Ancona ha ospitato una celebrazione solenne: i 165 anni del Corriere Adriatico, un’istituzione che ha tessuto la trama stessa dell’identità regionale.
Azzurra Caltagirone, presidente del quotidiano, ha aperto la cerimonia con un discorso che ha saputo condensare il valore dell’informazione e il profondo legame del giornale con la sua comunità.
“L’informazione costruisce ponti tra generazioni, alimenta coscienza e dà voce a ciò che la storia ha dimenticato,” ha affermato Caltagirone, citando Umberto Eco per sottolineare il ruolo imprescindibile dell’informazione come pilastro della civiltà.
Non si tratta semplicemente di un servizio, ha chiarito, ma di un atto di civiltà, un impegno etico verso la verità e la comprensione.
Senza libertà di accesso al sapere, ogni progresso sociale ed economico rischia di rivelarsi una chimera, un’illusione priva di fondamenta.
La storia del Corriere Adriatico è intrecciata con quella stessa regione.
Nato nel 1860 come “Corriere delle Marche” per iniziativa di Luigi Mercantini, il giornale ha incarnato fin da subito l’aspirazione a dare voce a una coscienza civile emergente, in un’Italia in procinto di trovare la sua unità.
Mercantini, con la sua visione lungimirante, comprese l’importanza di un’informazione indipendente e pluralista, capace di stimolare il dibattito e favorire la partecipazione democratica.
Attraverso i decenni, il Corriere Adriatico ha accompagnato le Marche attraverso le sfide del tempo.
Ha narrato le ferite delle guerre, la tenacia nella ricostruzione post-bellica, le speranze per il futuro e le profonde trasformazioni sociali ed economiche che hanno plasmato la regione.
Dalle cronache locali ai grandi eventi nazionali e internazionali, il giornale ha mantenuto uno sguardo radicato nel territorio, senza rinunciare a una prospettiva globale.
La sua longevità testimonia una capacità unica di adattamento, di evoluzione costante nel rispetto dei valori fondanti.
In un’epoca di accelerazione tecnologica e di globalizzazione, il Corriere Adriatico ha saputo preservare la propria identità, mantenendo un legame profondo con le comunità locali e valorizzando le eccellenze marchigiane.
La sua capacità di coniugare tradizione e innovazione, radicamento e apertura al mondo, ne fa un modello di giornalismo di qualità, capace di contribuire attivamente alla crescita culturale e allo sviluppo sostenibile del territorio.
Il Corriere Adriatico non è solo un giornale, ma una memoria collettiva, un archivio vivente della storia delle Marche, un faro che illumina il cammino verso il futuro.