Il 23 maggio 1992, una violenza inaudita lacerò il tessuto sociale di Napoli, portando via con sé Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, e gli agenti della scorta, eroi caduti nell’adempimento del loro dovere. A trentatre anni di distanza, la città si raccoglie in un momento di commosso ricordo, un’occasione non solo per onorare la memoria delle vittime ma per interrogarsi sul significato profondo della legalità e sulla sua imprescindibile attualità.La cerimonia, presieduta dal sindaco Gaetano Manfredi e dal prefetto Michele di Bari, ha visto la partecipazione di rappresentanti delle istituzioni giudiziarie e delle forze dell’ordine, insieme a esponenti di Libera, associazione che da anni si batte contro le mafie, e di studenti delle scuole comprensive cittadine. Un coro di voci, un intreccio di esperienze e di prospettive, a testimoniare l’importanza di trasmettere alle nuove generazioni i valori di giustizia e di rispetto delle leggi.Il sindaco Manfredi ha sottolineato come la Giornata della Legalità non sia un mero atto di commemorazione, ma un’occasione per una riflessione critica e costruttiva. Ha evidenziato una trasformazione insidiosa dei fenomeni criminali, che si sono evoluti da una violenza esplicita a una pervasiva infiltrazione economica. Questa metamorfosi, pur attenuando la spettacolarità della criminalità, ne accresce la pericolosità e la capacità di condizionare il tessuto sociale ed economico del Paese.L’impegno delle istituzioni, ha rimarcato il sindaco, deve rimanere saldo e determinato, sostenuto da un’opera di educazione civica capillare e costante, che coinvolga attivamente le scuole e le famiglie. Particolare attenzione va rivolta al sostegno degli amministratori locali, spesso isolati e vulnerabili di fronte alle pressioni e alle intimidazioni degli ambienti criminali, soprattutto nelle realtà più piccole e marginali, dove la fragilità amministrativa e la carenza di risorse rendono più arduo contrastare efficacemente le infiltrazioni mafiose.La legalità, in definitiva, non si conquista con gesti simbolici o con proclami ad effetto, ma con un’azione collettiva, un impegno quotidiano che permea ogni aspetto della vita sociale, dalle scelte individuali alle politiche pubbliche. Richiede un cambio di mentalità, un rifiuto del compromesso e della connivenza, una cultura della responsabilità che coinvolga tutti i cittadini. Queste giornate di memoria, come la presente, sono un monito a non dimenticare il prezzo pagato per la conquista della legalità e a rinnovare l’impegno a preservarla, affinché il sacrificio di Falcone, Morvillo e degli uomini della scorta non sia vano. È un’eredità preziosa che ci invita a costruire un futuro più giusto e più sicuro per tutti.