La città di Bergamo piange la scomparsa di Pietro Ghislandi, figura eclettica e versatile che ha lasciato un segno indelebile nel panorama artistico italiano. A 68 anni, l’attore, musicista e ventriloquo è scomparso dopo una prolungata malattia, concludendo una carriera costellata di successi e una profonda umanità.La sua ascesa nel mondo dello spettacolo iniziò negli anni Ottanta, quando divenne un elemento imprescindibile di “Fantastico” di Pippo Baudo. Insieme a Sergio, il suo fedele pupazzo, Ghislandi creò un sodalizio artistico unico, un dialogo surreale e divertente che incantò intere generazioni. Sergio non era semplicemente una marionetta, ma una vera e propria “spalla”, un alter ego che amplificava l’ironia e l’arguzia del suo creatore, dando vita a gag memorabili e a momenti di puro intrattenimento.La genialità di Ghislandi non si limitava alla ventriloquia. Artista poliedrico, possedeva una rara capacità di fondere generi e linguaggi apparentemente distanti. La sua comicità, spesso sottile e intrisa di autoironia, conviveva con un profondo impegno sociale, manifestato attraverso scelte artistiche che riflettevano una sensibilità acuta nei confronti delle problematiche del suo tempo. La sua camminata nel mondo dello spettacolo lo ha visto cimentarsi in molteplici discipline: dalla musica al teatro, dal cinema alla pubblicità. Ha lasciato un’impronta distintiva in ogni ambito, grazie a una cifra stilistica inconfondibile, basata su un uso magistrale della voce, un ritmo impeccabile e una pungente ironia. Il grande schermo lo ha accolto con ruoli significativi, come in “Soldati – 365 all’alba” di Marco Risi, testimoniando la sua abilità di interpretazione al di là della ventriloquia. Il sodalizio con Leonardo Pieraccioni ha generato collaborazioni fruttuose e durature, arricchendo il repertorio di entrambi gli artisti.Oltre al cinema, Ghislandi si è distinto nel doppiaggio, prestando la sua voce a personaggi iconici, e ha persino interpretato il ruolo di controfigura per Renato Pozzetto, dimostrando la sua versatilità e professionalità. Le migliaia di spettacoli nei teatri di tutta Italia testimoniano la sua dedizione al mestiere e la profonda connessione che lo legava al pubblico. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nel panorama artistico italiano, privandolo di un talento genuino e di un uomo dal cuore grande.
Addio Pietro Ghislandi: il genio dietro Sergio e un’arte senza confini.
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