Un episodio di inaccettabile violenza ha scosso ieri la routine operativa del Centro Unico di Prenotazione dell’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale di Udine, mettendo a nudo le crescenti tensioni e le fragilità che affliggono il sistema sanitario regionale.
Una paziente, apparentemente in preda a un’acuta frustrazione, ha tentato di aggredire fisicamente un’operatrice, in un gesto che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e ha sollevato un dibattito urgente sulla sicurezza del personale sanitario.
Secondo le prime ricostruzioni fornite dalla Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità (Fials), l’incidente è precipitato a seguito di un malinteso relativo al corretto ritiro del ticket eliminacoda.
Tuttavia, la reazione della donna trascende la mera incomprensione burocratica, manifestandosi come un’esplosione di rabbia contenuta, forse alimentata da un senso di impotenza e dalla percezione di una prolungata attesa in un contesto di servizi sanitari sempre più sotto pressione.
L’escalation della situazione ha visto la donna forzare una barriera protettiva in vetro e tentare di afferrare l’operatrice al collo.
La prontezza di riflesso della stessa lavoratrice, unita all’intervento tempestivo di un altro utente presente, ha evitato conseguenze ancora più gravi.
L’arrivo della sicurezza interna e successivo della Polizia di Stato si è rivelato insufficiente a gestire l’aggressività della donna, che ha richiesto l’intervento di una pattuglia per essere accompagnata in commissariato.
Questo episodio, lungi dall’essere un evento isolato, si inserisce in un contesto più ampio di crescente aggressività nei confronti del personale sanitario, fenomeno che riflette le difficoltà strutturali del sistema, le lunghe attese, la carenza di risorse e, non ultimo, la crescente frustrazione di pazienti e cittadini.
La Fials denuncia con fermezza l’accaduto, esprimendo la più profonda solidarietà all’operatrice aggredita e sollecitando interventi concreti e tempestivi.
Il sindacato ribadisce con urgenza la necessità di affrontare la questione con una strategia coordinata e duratura, riproponendo la proposta, già avanzata alla Regione nel mese di aprile, di istituire un Osservatorio permanente sulle aggressioni.
Tale organismo dovrebbe prevedere incontri periodici tra rappresentanti della Regione, del management sanitario, delle organizzazioni sindacali e delle forze dell’ordine, al fine di analizzare le cause profonde del fenomeno, definire azioni mirate di prevenzione e sensibilizzazione e garantire un adeguato supporto psicologico e legale alle vittime.
L’obiettivo primario deve essere quello di restituire dignità e sicurezza al personale sanitario, creando un ambiente di lavoro più rispettoso e collaborativo, in grado di favorire l’erogazione di servizi sanitari di qualità per tutti i cittadini.
La tutela del personale sanitario non è solo un imperativo etico, ma una condizione imprescindibile per la sostenibilità del sistema sanitario nel suo complesso.