Nel cuore pulsante del cartellone verdiano al Teatro Lirico di Cagliari, si erge *Aida*, un monumento operistico che incarna l’apice del genio compositivo di Giuseppe Verdi. La stagione culmina con questo capolavoro, riproposto in un allestimento sontuoso del 2001, ideato da Franco Zeffirelli in occasione del centenario verdiano, e che si preannuncia come un’esperienza emotiva intensa e coinvolgente.Alessandro Roccatagliati, figura di riferimento nel panorama verdiano e luminare della musicologia, ha guidato il pubblico in un viaggio appassionante, svelando le profondità e le sfumature spesso celate dietro la magnificenza scenica. Con una chiarezza accessibile e una passione contagiosa, Roccatagliati ha delineato come *Aida* trascenda la mera esibizione vocale e la grandiosità scenica, per elevarsi a un’indagine profonda dell’animo umano.Verdi stesso, con un’espressione carica di affetto e rispetto, definì questa sua opera “la mia Aidina,” in contrasto con la versione più imponente presentata alla Scala nel 1963. Questa definizione, lungi da indicare una minore importanza, sottolinea la peculiarità e l’intensità emotiva di questa specifica incarnazione del dramma egizio.Roccatagliati ha sottolineato come, pur godendo di un vasto e affezionato pubblico, *Aida* nasconda ancora molteplici spunti di approfondimento per coloro che si avvicinano all’opera per la prima volta. Il cosiddetto “mal di Anfiteatro”, ovvero la tendenza a lasciarsi sedurre dalle arie più celebri, come la struggente “Celeste Aida”, o dalle scene corali di impatto visivo, rischia di offuscare la comprensione del nucleo emotivo dell’opera. Il Trionfo, la scena della consacrazione di Radames e il drammatico giudizio finale sono solo alcuni esempi di momenti che, pur spettacolari, possono distrarre dall’essenza più intima del racconto.Superare questa tendenza significa abbracciare la ricchezza psicologica dei momenti più intimi, dei dialoghi a due e a tre personaggi che tessono la complessa trama di relazioni e passioni. Sono questi i punti focali dell’opera, dove emergono le sfumature più sottili dell’animo umano, dove la musica si fa specchio di angoscia, amore, onore e sacrificio. I confronti intensi tra i protagonisti, dal primo atto al duetto finale tra Amneris e Radames, e a quello, ancora più commovente, tra Aida e Radames, rivelano la complessità dei loro sentimenti e le tragiche conseguenze delle loro scelte.Roccatagliati ha affermato con convinzione che *Aida* non presenta debolezze. A differenza di molte altre opere, anche le più celebri, non vi sono passaggi in cui la qualità artistica si affievolisce, né momenti in cui il pubblico può abbandonarsi a un mero edonismo vocale. *Aida* è un’opera interamente composta da sostanza, un teatro musicale di un’intensità raramente eguagliata. Perciò, è fondamentale non lasciarsi ingannare dalla sua apparente magniloquenza e dalla sua sfarzosa spettacolarità, per cogliere la profonda umanità che si cela dietro la sua maestosità. *Aida*, in definitiva, è un viaggio nell’animo umano, un’esperienza che trasforma l’ascolto in un incontro con l’arte nella sua forma più pura ed emozionante.
Aida a Cagliari: Verdi, emozioni e un viaggio nell’animo umano.
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