L’immagine delle spiagge algheresi, con la loro sabbia finissima e il mare cristallino, si tinge di una nuova, meno idilliaca sfumatura: quella dei costi crescenti. Un’indagine condotta da Altroconsumo rivela come la Riviera del Corallo, gioiello della Sardegna, sia diventata una delle mete balneari più care d’Italia, con un aumento dei prezzi che, nel 2024, ha registrato un’impennata del 9%, quasi il doppio della media nazionale ferma al 5%. Questo dato non solo sottolinea una tendenza generalizzata nell’aumento dei costi del turismo balneare, ma evidenzia una disparità significativa tra le diverse località costiere italiane.L’indagine, frutto di un’analisi comparativa condotta su 213 stabilimenti balneari sparsi in dieci località costiere – da Alassio a Taormina – ha messo in luce non solo la crescita dei prezzi, ma anche la loro stratificazione. Per una settimana di affitto di ombrellone, lettino e cabina, Alghero si posiziona al terzo posto nel ranking delle località più onerose, con una spesa media di 240 euro, cifra che si impenna a 251 euro per chi desidera l’ambita posizione in prima fila. Questo incremento è particolarmente rilevante se si considera che, nel complesso, la tariffa media per una postazione balneare è aumentata del 17% dal 2021 ad oggi, passando da 182 a 212 euro, un dato che supera ampiamente il tasso di inflazione ufficiale.L’incremento del 9% condiviso con Senigallia, seguito da Palinuro e Gallipoli, suggerisce una convergenza di fattori economici e strutturali che influenzano il costo del servizio balneare. Questi includono l’aumento dei costi energetici, la pressione sulla disponibilità di terreni costieri, l’evoluzione delle aspettative dei consumatori e, in alcuni casi, la speculazione immobiliare legata al turismo. L’indagine rivela anche una geografia dei prezzi ben definita: Alassio si conferma, come negli anni passati, la località più esigente (340 euro a settimana per le prime file, 354 per la prima fila), mentre Rimini offre un’alternativa più accessibile (150 euro a settimana, 166 in prima fila), riflettendo la diversità delle strategie di gestione delle spiagge e dei modelli di offerta turistica.La ricerca quantitativa solleva interrogativi cruciali sulla sostenibilità del modello turistico attuale e sull’accessibilità delle spiagge italiane per una fetta sempre più ampia di popolazione. La crescente disparità dei prezzi rischia di creare una frattura sociale, limitando l’opportunità di godere di un bene comune come il mare e la spiaggia a una ristretta élite. Comprendere i fattori che guidano questi aumenti e promuovere politiche volte a contenere i costi e a garantire un accesso equo al territorio costiero diventano imperativi per preservare il valore del turismo balneare italiano e per tutelare il diritto di tutti i cittadini a fruire del patrimonio naturale e culturale del nostro Paese.
Alghero, paradiso caro: le spiagge sarde tra le più costose d’Italia.
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