La situazione relativa alla Peste Suina Africana (PSA) nel nord Italia presenta un quadro allarmante, con un’escalation dei casi che solleva serie preoccupazioni per la salute pubblica veterinaria e per l’economia zootecnica.
Le regioni Piemonte e Liguria, epicentro dell’emergenza, continuano a fronteggiare una sfida complessa, caratterizzata da una rapida diffusione del virus.
In Liguria, il numero di positività riscontrate ha subito un incremento significativo, raggiungendo complessivamente 1.
126 casi, con l’identificazione di sette nuove infezioni recenti.
La distribuzione geografica dei casi in Liguria rivela un’incidenza variabile tra le province: la provincia di Genova registra un caso a Ceranesi, che porta il numero totale di positività in questo comune a due.
La provincia di Savona, tuttavia, è la più colpita, con sei nuove infezioni localizzate in diverse aree, tra cui Albisola Marina (dove il numero totale sale a cinque) e Albisola Superiore (undici), e Savona città (quattordici).
Questa frammentazione dei focolai complica ulteriormente le strategie di controllo e eradicazione del virus.
Nel Piemonte, la situazione appare più stabile, con il numero di positività che rimane fermo a 786.
Nonostante l’assenza di nuovi focolai suinicoli, il totale dei casi confermati tra le due regioni si attesta a 1.
913, sottolineando la vastità dell’emergenza.
Questa persistenza del virus, nonostante gli sforzi di contenimento, suggerisce una possibile circolazione silente o la presenza di serbatoi naturali che favoriscono la sua sopravvivenza.
L’Izs (Istituto Zooprofilattico Sperimentale) di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, ente responsabile del monitoraggio e della diagnostica, continua a raccogliere dati e a fornire supporto tecnico alle autorità sanitarie locali.
Il numero di comuni liguri coinvolti dall’epidemia rimane elevato, attestandosi a 186, evidenziando la difficoltà di confinare la diffusione del virus.
La Peste Suina Africana, una malattia virale altamente contagiosa che colpisce i suini, rappresenta una minaccia non solo per la produzione di carne suina, ma anche per la biodiversità, dato che il virus può sopravvivere a lungo nell’ambiente, persistendo in materia organica e nel suolo.
Le implicazioni economiche sono significative, con la possibilità di abbattimento di allevamenti, restrizioni commerciali e danni all’immagine dei prodotti agroalimentari.
La situazione richiede un approccio multidisciplinare che coinvolga veterinari, biologi, zootecnici e autorità sanitarie, con l’implementazione di misure di biosicurezza rigorose, un monitoraggio costante degli allevamenti e un’intensificazione delle attività di ricerca per lo sviluppo di vaccini e strategie di controllo innovative.
L’importanza della collaborazione transnazionale e lo scambio di informazioni con altri paesi colpiti dalla PSA sono cruciali per affrontare efficacemente questa sfida globale.