martedì, 8 Luglio 2025
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Alto Adige, salvaguardare i capriolini: droni in campo grazie alla Fondazione.

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La fienagione, periodo cruciale per l’agricoltura altoatesina, si rivela ogni anno una sfida complessa che intreccia le esigenze produttive con l’imperativo della tutela della biodiversità. I cacciatori locali, figure chiave in questo delicato equilibrio, dedicano innumerevoli ore di volontariato, affiancati da agricoltori, tecnici venatori e una rete di collaboratori, impegnati in una corsa contro il tempo per preservare la vita di neonati di capriolo, lepre e, occasionalmente, cerbiatti, prima che le falciatrici ne decretino la fine. La crescente pressione antropica e la riduzione degli habitat naturali hanno intensificato questa problematica, rendendo sempre più urgente l’adozione di soluzioni innovative.Per rispondere a questa necessità, le riserve di caccia altoatesine stanno integrando progressivamente l’utilizzo di droni termici, un’evoluzione tecnologica in grado di localizzare la presenza di piccoli mammiferi nascosti nella fitta vegetazione. Questi dispositivi rappresentano uno strumento prezioso per anticipare l’intervento umano e minimizzare le perdite. Nonostante l’efficacia dimostrata, l’investimento iniziale per l’acquisto e la manutenzione di questa tecnologia risulta significativo, un ostacolo che finora ha impedito una sua diffusione capillare, mancando finanziamenti pubblici dedicati.Un segnale tangibile di impegno verso la salvaguardia della fauna selvatica giunge ora dalla Fondazione Cassa di Risparmio dell’Alto Adige, che ha deciso di sostenere concretamente le operazioni di recupero dei capriolini. Questa iniziativa, a partire dal 2026, prevede l’impiego di ben 33 nuovi droni a supporto dei volontari operanti in tutto il territorio provinciale. Il contributo della Fondazione, volto a coprire una quota dei costi di acquisto, si configura come un aiuto fondamentale per promuovere una gestione più efficace e sostenibile del patrimonio faunistico locale.La tragica realtà che si cela dietro questo intervento è quella di un numero elevato di piccoli animali che, intrappolati dalle lame delle falciatrici, subiscono ferite gravissime, spesso incompatibili con la sopravvivenza. La sofferenza inflitta è di difficile comprensione e solleva questioni etiche fondamentali. Inoltre, le carcasse in stato di decomposizione contaminano il fieno, compromettendo la qualità del foraggio e rappresentando un potenziale pericolo per la salute del bestiame, con ripercussioni sull’intera filiera agroalimentare.L’iniziativa della Fondazione Cassa di Risparmio dell’Alto Adige non solo offre una risposta concreta a un problema urgente, ma simboleggia anche un cambio di paradigma nella gestione del territorio, orientato verso una maggiore sensibilità nei confronti del benessere animale e della tutela della biodiversità, in un contesto di sviluppo economico e sociale sostenibile. Rappresenta un investimento nel futuro, volto a preservare un patrimonio naturale prezioso e a garantire un equilibrio duraturo tra l’attività agricola e la salvaguardia della fauna selvatica.

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