La tragica vicenda che ha scosso la comunità di Andria, culminata nel processo dinanzi alla Corte d’Assise di Trani, vede oggi la Procura Generale richiedere la massima pena prevista dal codice penale: l’ergastolo con isolamento diurno per Luigi Leonetti, imputato per l’efferato omicidio della moglie, Vincenza Agrisano. La donna, 42 anni, perse la vita il 28 novembre di due anni fa, in circostanze che denotano una premeditazione e una violenza inaudita.L’omicidio, consumatosi nell’abitazione di famiglia, situata a breve distanza dal centro abitato, getta un’ombra sinistra sul nucleo familiare, particolarmente dolorosa in considerazione della presenza, al momento del fatto, dei due figli minori della coppia, all’epoca di 6 e 11 anni. Il loro trauma, silenzioso e devastante, rappresenta una ferita profonda che segnerà per sempre il loro percorso di crescita.Secondo la ricostruzione degli inquirenti, condotta meticolosamente dai Carabinieri, Leonetti ha aggredito la moglie con una serie di fendenti, lasciando una scia di violenza che si è concretizzata in tre colpi, uno dei quali, sferrato al torace, si è rivelato fatale. Le dinamiche, emergono dagli atti processuali, rivelano una escalation di violenza che prelude alla morte rapida e ineluttabile di Vincenza Agrisano, la quale si dedicava alla vendita di articoli per la casa. L’autopsia ha confermato una morte quasi istantanea, rendendo vano l’intervento del personale del 118, allertato dal marito stesso.La richiesta di ergastolo avanzata dalla Procura non si limita alla gravità del singolo gesto, ma si fonda anche sulla complessità delle motivazioni che hanno portato Leonetti a compiere un simile atto, fattori che, seppur non esimenti, richiedono un’attenta valutazione da parte del collegio giudicante. L’aggravante, specificamente legata al rapporto coniugale, sottolinea la rottura di un vincolo che, per sua natura, dovrebbe essere fondato sul rispetto e sulla protezione reciproca.Il processo, ora nella sua fase cruciale, si avvia verso una decisione che non potrà cancellare il dolore e la sofferenza causati da questa tragedia, ma che dovrà cercare di garantire giustizia, non solo per la vittima e i suoi familiari, ma anche per la collettività, chiamata a confrontarsi con la fragilità dei legami umani e con le conseguenze devastanti della violenza domestica. L’attesa della prossima udienza, fissata per l’11 luglio, è carica di tensione e di speranza in una pronuncia che possa restituire un barlume di serenità in una comunità profondamente segnata da questa perdita irreparabile.
Andria, Leonetti chiede l’ergastolo per l’omicidio della moglie
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