Il 2024 si è rivelato un anno agricolo particolarmente complesso per la regione, segnato da un regime pluviometrico anomalo e persistente. Le precipitazioni, abbondanti e frequenti, hanno protratto i tempi della fienagione di diverse settimane, compromettendo i cicli colturali e innescando una escalation di problematiche fitosanitarie, soprattutto nel comparto vitivinicolo e frutticolo, con una marcata incidenza di patologie fungine. Queste criticità emergono chiaramente dal Rapporto annuale di ricerca, sperimentazione e trasferimento tecnologico dell’Institut agricole régional, documento che delinea le traiettorie di sviluppo sostenibile del settore primario regionale.Un elemento di forte impatto positivo è rappresentato dall’incremento sostanziale delle risorse dedicate all’agricoltura biologica. La dotazione finanziaria è passata da 2 a 7,7 milioni di euro, quasi quadruplicandosi rispetto alla programmazione precedente. Tale investimento ha generato risultati tangibili, con una rapida espansione delle aree dedicate alle colture foraggere. Oltre ai 414 ettari già certificati biologici, si aggiungono 30.325 ettari in fase di conversione, un processo che testimonia l’ambizione di allinearsi agli obiettivi strategici delineati dalla Farm to Fork, orientato alla filiera corta e alla sostenibilità ambientale.Parallelamente, si assiste a un rinnovato impegno nella valorizzazione del patrimonio genetico locale, un aspetto cruciale per preservare la biodiversità e promuovere l’identità territoriale. La ricerca si focalizza sulla caratterizzazione della patata Verrayes, un prodotto iconico tutelato dal Presidio Slow Food, sul recupero di quattro biotipi autoctoni del pero Martin Sec, su procedure di omologazione per tre cloni di Petite Arvine che esibiscono qualità enologiche superiori. Nel settore zootecnico, sono in corso studi innovativi sull’anticipo di parto nelle bovine, analizzando l’impatto sulla produttività e la fattibilità economica, e una ricerca approfondita sulle caratteristiche delle proteine presenti nel latte delle razze bovine autoctone valdostane, con l’obiettivo di sviluppare una produzione di ‘latte A2A2’, riconosciuto per i suoi benefici sulla salute umana.L’Institut agricole régional non si limita a rispondere alle sfide immediate, ma prosegue un percorso di innovazione che esplora nuove frontiere applicative. Tra le iniziative più promettenti vi sono l’ottimizzazione della produzione di Fontina Dop attraverso la regolazione dei trattamenti termici del latte, la ricerca di metodi ecologici per il controllo delle piante infestanti, riducendo la dipendenza dai diserbanti chimici, lo sviluppo di tecniche di potatura del melo che favoriscono la meccanizzazione e la riduzione dei costi, e l’introduzione di colture inedite come le spugnole, ampliando la gamma di prodotti locali. L’istituto, quindi, si pone come fulcro di un sistema agricolo in trasformazione, capace di coniugare tradizione e innovazione per un futuro sostenibile e resiliente.
Annuario Agricolo: Tra Sfide Climatiche e Innovazione in Regione
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