Il panorama culturale barcellonese si arricchisce di un evento di straordinaria importanza: dal 31 ottobre 2025 al 15 febbraio 2026, il Centro de la Virreina dell’Instituto de Cultura di Barcellona ospiterà la mostra “Michelangelo Antonioni e Luigi Ghirri”, un dialogo inedito tra due figure cardinali della cultura italiana del secondo Novecento. Un omaggio che si concretizza con il prestito di 19 opere cruciali della serie “Le montagne incantate”, provenienti dalle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Ferrara.Questo trasferimento di opere rappresenta un momento significativo per la fruizione del patrimonio antoniano, custodito gelosamente per anni negli archivi comunali. Il Fondo Michelangelo Antonioni, una ricchissima collezione di oltre 47.000 materiali – documenti, pellicole, oggetti personali – acquisito dal Comune di Ferrara a metà degli anni Novanta, testimonia la complessità e la profondità del percorso artistico e umano del regista. Per lungo tempo inaccessibile, il fondo è ora oggetto di una progressiva valorizzazione, resa possibile anche grazie alla creazione dello Spazio Antonioni, un museo dedicato al regista e realizzato in collaborazione con la sua vedova, Enrica Fico Antonioni.Le “Montagne incantate” costituiscono il fulcro di questa mostra, incarnando una svolta inattesa nella carriera di Antonioni. In un periodo in cui il cinema italiano stava ridefinendo i propri confini, il regista ferrarese, al culmine del successo con capolavori come “Blow-Up” e “Deserto Rosso”, intraprende un percorso di indagine visiva inedito, traducendo la sua visione in sequenze di immagini fotografiche e pittoriche. Lungi dall’essere un mero abbandono del cinema, questa serie rappresenta un’esplorazione profonda del rapporto tra uomo, paesaggio e memoria, un’indagine sui silenzi e le percezioni che sfuggono alla narrazione verbale. Le opere, spesso ingrandimenti fotografici di paesaggi alpini, rivelano un interesse profondo per la fenomenologia del luogo, per la sua capacità di evocare emozioni e significati inafferrabili. Si tratta di immagini che, pur nella loro apparente staticità, vibrano di una tensione interiore, riflettendo l’inquietudine e la malinconia che permeano l’opera antoniana. La mostra a Barcellona non solo offre un’occasione unica per ammirare queste opere in un contesto internazionale, ma invita anche a riflettere sulla natura del processo creativo e sulla capacità dell’arte di trascendere i confini disciplinari. Il dialogo con Luigi Ghirri, altro maestro dell’indagine visiva e della riflessione sul paesaggio, arricchisce ulteriormente il significato dell’esposizione, suggerendo affinità e divergenze tra due approcci artistici complementari.
Antonioni e Ghirri: un dialogo inedito a Barcellona
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