venerdì, 27 Giugno 2025
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Arresto a Pompei: Furti con Jammer, Indagato per Due Colpi

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A Pompei, l’azione della magistratura e delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di un individuo, ritenuto responsabile di due episodi di furto con aggravamento, verificatisi nel febbraio scorso. La misura cautelare, disposta dal giudice per le indagini preliminari di Torre Annunziata su impulso della Procura della Repubblica, è stata eseguita dagli agenti del commissariato locale, che hanno condotto le indagini e portato a termine l’operazione.I furti, consumati a distanza di pochi giorni, presentano modalità particolarmente sofisticate, suggerendo una preparazione e una conoscenza tecnica che hanno inizialmente reso difficoltoso l’identificazione del colpevole. La ricostruzione degli eventi, basata sulle testimonianze, gli accertamenti tecnici e l’analisi delle telecamere di sorveglianza, ha rivelato che il 21 febbraio l’uomo avrebbe sottratto, forzando il sistema di chiusura centralizzata, due zaini, due computer portatili e un portafoglio da un’autovettura parcheggiata in pubblica via.La seconda azione, verificatasi il 24 febbraio, si è distinta per l’impiego di un dispositivo elettronico, un “jammer” o disturbatore di frequenze radio. Questo strumento, installato sull’autovettura utilizzata dall’indagato, permetteva di neutralizzare i sistemi di chiusura automatica delle auto, consentendo un tentativo di furto volto all’appropriazione indebita del contenuto di un altro veicolo parcheggiato. L’intervento tempestivo degli agenti del commissariato, allertati forse da una segnalazione o intercettati durante l’azione, ha impedito il completamento del furto, ma ha fornito un elemento cruciale per le indagini successive.L’attività investigativa, innescata proprio da questo tentativo fallito, ha permesso di collegare l’indagato al furto avvenuto pochi giorni prima, il 21 febbraio. Un’indagine meticolosa, che ha analizzato i collegamenti tra le due azioni, le modalità operative utilizzate e i possibili elementi di prova, ha portato alla sua identificazione e all’emissione della richiesta di arresto.L’uso di un jammer, in particolare, solleva interrogativi sulla competenza tecnica dell’individuo e sulla possibile esistenza di una rete di persone coinvolte nel compimento di reati contro il patrimonio. L’indagine in corso dovrà accertare se l’uomo agiva da solo o se faceva parte di un’organizzazione più ampia.L’arrestato è stato tradotto presso il carcere di Poggioreale, a Napoli, in attesa del prosseguimento del procedimento giudiziario. L’episodio sottolinea l’importanza di un’attenta sorveglianza del territorio e di un costante aggiornamento delle competenze delle forze dell’ordine, soprattutto in relazione all’utilizzo di tecnologie sempre più sofisticate da parte di malviventi.

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