Il complesso scenario economico-geopolitico attuale, caratterizzato da incertezze e volatilità, non sembra aver intaccato, in maniera definitiva, il percorso di Arvedi Acciai Speciali Terni, come emerso dall’incontro tra il management aziendale e le rappresentanze sindacali (Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl). La tenuta complessiva degli investimenti si articola in una strategia dualistica: il rafforzamento delle aree a “caldo”, ovvero quelle dedicate ai processi produttivi più energivori e tecnologicamente avanzati, affiancato da un’espansione ponderata delle aree a “freddo”, che mirano a diversificare l’offerta e a ottimizzare i costi. Questa impostazione, tuttavia, si è trovata a fronteggiare temporanee sospensioni di progetti relativi a tecnologie magnetiche e a specifiche linee produttive, necessarie per riequilibrare le risorse e concentrare gli sforzi.L’incontro, a cui hanno partecipato i direttori generali di Ast e Tubificio, Dimitri Menecali e Alessia Balloriani, insieme ai responsabili delle risorse umane (Giovanni Scordo), della salute e sicurezza (Ferdinando Camponi) e della divisione Società delle Fucine (Ambro Carpinelli), ha fornito ai sindacati un’opportunità per approfondire le componenti fondamentali del piano industriale, con particolare attenzione agli aspetti ambientali e sociali. L’azienda ha dimostrato disponibilità a dialogare su questi temi, coinvolgendo attivamente le delegazioni sindacali e la Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU), aprendo la strada a una programmazione articolata di ulteriori incontri.Un elemento cruciale emerso è la separazione del nodo infrastrutturale, precedentemente legato all’accordo di programma e strettamente connesso alla questione energetica. Questa problematica, ora gestita direttamente attraverso interlocuzioni tra Anas e Ast, rappresenta un capitolo a sé stante, con una definizione ancora in divenire. Le organizzazioni sindacali esprimono preoccupazione per il ritardo nell’effettiva formalizzazione dell’accordo di programma, la cui data indicata (30 maggio), derivante dal precedente tavolo di confronto al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) del 2 maggio, appare sempre più improbabile. Si auspica, pertanto, una rapida conclusione dell’accordo, con un testo che possa dirimere le problematiche attuali e garantire uno sviluppo sostenibile, non solo per l’azienda, ma per l’intero territorio di riferimento, promuovendo un ecosistema industriale resiliente e capace di affrontare le sfide del futuro, preservando al contempo la tutela dell’ambiente e il benessere dei lavoratori. L’obiettivo ultimo è quello di costruire un modello di sviluppo che concili innovazione tecnologica, competitività economica e responsabilità sociale, assicurando la continuità produttiva e la salvaguardia del patrimonio industriale locale.
Arvedi Acciai Terni: investimenti a prova di tempesta tra incertezze.
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