La Procura di Catania ha intrapreso un’indagine contro il rapper Zaccaria Mouhib, noto come Baby Gang, per concorso in accesso indebito a dispositivi dedicati alla comunicazione da parte di detenuti, aggravato dall’accusa di aver favorito la mafia. Inoltre, l’artista è accusato di aver violato una misura di prevenzione della sorveglianza speciale che gli imponeva di evitare il capoluogo etneo.Agli agenti della squadra mobile della Questura di Lecco, collaboranti con la Procura di Catania, è stato ordinato un decreto di perquisizione nella residenza dell’artista a Calolziocorte (Lecco), dove è stata sequestrata la sua attuale unità cellulare. In merito alle accuse, Baby Gang verrà sottoposto ad analisi forensi nei prossimi giorni.Contemporaneamente alla notifica dei reati di cui l’artista viene accusato, la polizia ha presentato un obbligatorio foglio di via per il periodo di 4 anni, emesso dal Questore di Catania, che vieta a Baby Gang di poter risiedere nel capoluogo etneo. Pertanto, le sue prossime performance live, tra cui quella in programma alla Villa Bellini l’8 agosto, rimarranno vacanti.La base dell’inchiesta della Procura di Catania si basa sull’apparizione dello scorso 1 maggio del rapper sul palco della Plaia al One day music festival. In quell’occasione Baby Gang era in compagnia del trapper Niko Pandetta, il quale da un cellulare esegue la registrazione audio della canzone ‘Italiano’, scritta in collaborazione con lo stesso Niko Pandetta.Alla fine dell’esibizione di Zaccaria Mouhib, quest’ultimo rivela alla platea la possibilità per lui di conversare con suo nipote, che risulta essere il capomafia Turi Cappello. L’immagine è stata ripresa e successivamente diffusa sulle reti social. Non è chiaro se i due fossero in contatto diretto o l’immagine era una scena registrata da molto tempo.In conseguenza della situazione, la Procura di Catania ha avviato un’indagine per accertare la veridicità delle accuse mosse a Niko Pandetta. Nel tentativo di fornire chiarimenti sulla natura della videochiamata del 1 maggio, sono state eseguite delle analisi più approfondite presso il carcere di Rossano, dove egli è detenuto.La polizia penitenziaria ha effettuato una perquisizione nella sua cella e ha sequestrato un cellulare. Sulla base dei risultati ottenuti, l’artista è stato indagato per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti.